Marina di Massa: Stage Nazionale di Aikido


ADO UISP MARINA DI MASSA
Stage nazionale di aikido
Sabato 9 e Domenica  10 Aprile 2011 
Condurranno lo Stage  
M° Micheline Tissier Vaillant VI DAN FFAAA
M° Francesco Verona VI DAN CTN ADO UISP
M° Franco Cuzzupè VI DAN CTN ADO UISP
M° Sandro Caccamo VI DAN CTN ADO UISP
M° Daniele Granone VI DAN CTN ADO UISP

ORARIO:
SABATO
13.00 ISCRIZIONI
14.00 / 16.00 LEZIONE
16.30 / 18.30  LEZIONE

DOMENICA
 10.00 ISCRIZIONI
10.30 / 12.30 LEZIONE
14.00 / 16.00 LEZIONE

ESAMI DAN

LEZIONE COSTO:
STAGE COMPLETO  € 40,00
UN SOLO GIORNO  € 30,00
UNA LEZIONE   € 20,00
RIDUZIONE 30% RAGAZZI fino a 17 anni

OSTELLO TURIMAR
Via Bondano a Mare 4 – 54037 Marina di Massa (MS) Toscana – Italia
INFO:
M° VERONA
M° GRANONE  www.dojogiustiniani.it  010.252863  347.9518183

PORTARE JO BOKKEN E TANTO



27 commenti

  1. Marco wrote:

    Pratico aikido da molti anni, almeno 20, e devo confessare che nel
    tempo ho sviluppato una sorta di “sospetto” nei confronti della reale
    utilità di partecipazione a stages senza avere idea del lavoro che sarà
    svolto sul tatami.

    A parte le difficoltà derivanti dalla presenza dei diversi livelli di
    preparazione dei partecipanti, quando si torna a casa ed il lavoro
    “intuito” non viene più ripreso, analizzato ed acquisito perchè magari
    il nostro insegnante “quotidiano” ha altri criteri ed altra scuola.
    Questo quando si partecipa ad uno stage tenuto da un solo
    insegnante.

    Mi chiedo: di quale utilità può essere partecipare ad uno stage nel
    quale si susseguono un così elevato numero di insegnanti di sicura
    diversa natura, didattica e temperamento?

    Chiedo: Quale è il criterio in osservanza del quale questi insegnanti
    si sono proposti insieme? Non leggo sulla locandina un programma
    concordato ed ad onor del vero non credo che il m° Vailant abbia
    concordato con il m° Cuzzupè un bel niente…ed allora?

    E’ una passerella di CtN , una sorta di esibizione dalle finalità
    pubblicitarie o di consolidamento all’interno dell ADO Uisp o è la
    formula “pensata” di un gruppo di insegnanti animati dal desiderio di
    produrre per gli allievi una occasione di crescita e di approfondimento
    anche se al prezzo di 40 euro ed una gitarella in quel di Massa?

    Voglio dire: Esiste una responsabilità, un impegno, un serio
    proposito frutto di importanti ripensamenti sulla “merce” che si
    finisce per consegnare all’allievo o si tratta solo di un ” allora si
    fa una stage insieme? detto tra amici di vecchia data?

    Grazie per le chiarificazione che spero qualcuno dei 5 vorrà darmi

  2. Filippo wrote:

    Ti sei fatto da solo le domande e ti sei pure risposto da solo, in pratica te la sei “cucinata e mangiata da solo”.
    Se davvero pratichi da 20 anni, avrai capito che in aikido si parla poco e si dovrebbe praticare tanto, se non si e’ d’accordo circa uno stage, basta non venirci , senza fare troppi discorsi.
    Quindi il tuo scopo, alla luce dei fatti e’ di fare solo della sterile polemica; quindi se speri in una risposta da parte dei suddetti maestri…. credo che te la puoi scordare, anche perche’… come ho gia’ detto prima, essi, oltre ad essere dei signori….., parlano poco e praticano molto…Se l’ADO ti e’ stretta (sempre che lo sei dell’ADO o uno scartado da essa ), in Italia vi sono un’innumerevole quantita’ di associazioni.. quindi…. basta scegliere…
    Ora ti saluto con un caloroso abbraccio ” sensei praticante veterano anonimo”

  3. Marco wrote:

    In verità il tuo intervento non meriterebbe il minimo commento , mai sentito nulla di più sterile ed inconcludente: è vero mi sono fatto delle domande , ho formulato delle ipotesi, ma non toccava a me dare delle risposte. Dici che questi signori( perchè ti sei affrettato a definirli tali? La faccenda era in dubbio?) praticano molto e parlano poco? Sul tatami dici? e fuori? Ho chiesto se esiste una preparazione programmatica e didattica, una finalità nella strutturtazione di una lezione a più mani. Perchè ti scandalizzi e ti scaldi? mi sembra una domanda lecita . Spero tanto che , non una persona confusa come te, ma uno dei maestri signori voglia rispondere a questa mia domanda, tranquilla e priva di alcun intento polemico.

  4. stefanolevante wrote:

    “(Chiedo: Quale è il criterio in osservanza del quale questi insegnanti
    si sono proposti insieme? Non leggo sulla locandina un programma
    concordato ed ad onor del vero non credo che il m° Vailant abbia
    concordato con il m° Cuzzupè un bel niente…ed allora?)”

    In realta’ concordo con Filippo, come sopra, hai fatto una domanda e ti sei dato la risposta da solo.
    Poi pensala come ti pare….. ed in nessuna locandina di stage di aikido nel mondo ho letto il programma tecnico che verra’ sviluppato durante gli stage.
    Sta tranquillo, respira molto che vedrai ti rasserenerai e starai piu’ in pace con te stesso.
    Pace e bene a te anima agitata……

  5. Marco wrote:

    Inizio ad essere sinceramente preoccupato, dunque io frequento da vent’anni un ambiente nel quale porsi delle domande è fatto disdicevole, deprecabile, condannabile. E’ un reato voler capire? In nessuna locandina è scritto? ed allora? Non potrebbe essere una buona cosa sapere per quale ragione devo alzarmi all’alba, fare centinaia di chilometri ed occupare lì il mio tempo. Qualsiasi seminario della più fetente università viene annunciato ed esposto nel dettaglio. Cosa c’è di sbagliato? L’uomo dovrebbe essere un essere pensante…ma per il Sig. Stefano pensare e porsi delle domande è indice di inquietudine e di animo agitato. Per me è la normalità, per te una condizione da compensare con una profonda respirazione. Finiamo qui. Aspetto le risposte alle mie domanda da gente titolata a darmele ( i maestri promotori dello stage) per il resto hai detto bene: ognuno la pensi come vuole.

  6. eleonora34 wrote:

    M° VERONA MASSA
    M° GRANONE http://www.dojogiustiniani.it 010.252863 347.9518183PORTARE JO BOKKEN E TANTO

    Per chiarificazioni, caro marco, come vedi ti hanno messo i loro numeri di telefono, perche’ non chiami loro se hai tutti questi dubbi, senza intervenire polemicamente in un forum con nomi fasulli e facendo delle polemiche ridicole?
    Abbi il coraggio delle tue azioni se davvero ci credi e se porti gli “attributi”
    Concordo con stefanolevante nel dire che in nessuna locandina di stage nel mondo vi sono riportati gli aspetti tecnici dello stage, anche perche’ diventerebbero delle enciclopedie; qui, invece per chiarificazioni varie ti hanno messo i loro numeri di telefono, ma te……..meglio far casino vero?? e’ piu’ bello vero?… poi sotto anonimato……ciao rosicone….

  7. Marco wrote:

    Questo è troppo, la comicità più pura ed esasperata, anzi la stupidità più pura ed esasperata. Intanto è dal primo intervento che si ha da dire sul fatto che mi chiamo Marco. Perchè? E’ un nome comune, lo rinfaccerò a mia madre ma non capisco cosa deve far pensare che non sia il mio. Qualcuno è in malafede e sulle difensive, inutili. In secondo luogo è assurdo: nell’era della comunicazione, di internet e chi più ne ha più ne metta le comunicazioni dovrebbero svolgersi in forma privata. A che serve il giornale che hai sotto il naso? A che servono i forum? A nulla perchè i sistemi di comunicazione di massa sono considerati dalla Sig.ra Eleonora solo un modo per fare polemica e non un modo per comunicare informazioni e crescere. Non si può migliorare un sistema? Bisogna accettare tutto ciò che ci viene proposto senza farsi domande. Si chiama feudalesimo, tirannia, dogma. Sono molto deluso dall’ambiente: non un dato costruttivo, non un’idea positiva, solo commenti cretini ed accuse gratuite. Spiacente di deluderti Eleonora in cerca di attributi, ma mi chiamo ancora Marco.

  8. eleonora34 wrote:

    Senta sign “marco” il problema e’ il suo con gli organizzatori dello stage, non mi pare aver visto altri dubbiosi, quindi mi sembra inutile che un suo e ripeto suo problema privato lo spiattelli sterilmente in un forum, come se io abbia un problema con mio marito, lo vada a far pubblicare sul Gazzettino.
    Alla luce dei fatti, senta..!! se ne stia a casa sua , a noi non puo’ far altro che piacere…..
    sempreche’ (ora davvero ho dei dubbi); 1- lei faccia davvero aikido ; 2 – non sia un provocatore che si sta divertendo ; 3- sia un segato dall’ ADO (e che quindi rosica a morire) . Tanto alla gente che legge questo forum, dei suoi problemi esistenziali, non gliene puo’ fregare di meno, anzi credo che chi lo legge lo sta compatendo o si sta divertendo tanto dalle gastronerie che scrive.
    Si cerchi una buona compagna(per non essere volgari e non dire “vada per f….” e si vada a divertire…) e lasci perdere le arti marziali, aime’… non fanno proprio per lei he he eh ehe he

  9. Marco wrote:

    come se io abbia un problema con mio marito, lo vada a far pubblicare sul Gazzettino.

    Signora!!! I tempi del congiuntivo!!!!!!!!!!!!!! Si dice Come se io, avendo un problema con mio marito, lo andassi a pubblicare sul gazzettino. Oppure : Come se io avessi un problema con mio marito e lo andassi a pubblicare sul gazzettino.

  10. Fabio Branno wrote:

    Come sempre su internet, vedo scadere quelli che potrebbero essere dei temi interessanti in futili polemiche accese su stupidi dettagli, fino a diventare post con attacchi sul personale che nulla conservano più del tema iniziale.
    Se riusciamo a spostare le discussioni sul fatto che un sistema di stages, in primis quelli collegiali ma allo stesso modo anche quelli tenuti da un unico docente, possa essere migliorato definendo l’area di studio su cui verterà, può ancora valere la pena mantenere aperta la pagina.

    Comincio io: In ambito sanitario, qualunque seminario si scelga di seguire, tratta di un argomento ben chiaro e definito, titolato a lettere cubitali, tenuto da relatori che hanno avuto esperienza diretta e pluriennale sul tema scelto.
    Se scelgo di seguire quel seminario, so già di cosa tratterà e in che ambito mi migliorerà professionalmente.
    In Aikido lo stage è definito solo dal maestro che lo tiene, come se l’Aikido fosse esso stesso un’unica area di lavoro.
    A mio avviso questa concezione potrebbe essere evoluta. Se io sapessi che Tizio tiene uno stage sul suwari waza, e che è specialista dell’area suwari, a partire dalla fisiologia del movimento fino alle implicazioni in Hanmihandachi ed in Tachiwaza, se sapessi che sviluppa esercizi che possono essere rivisti in condizione di Suwari, per assurdo tecniche di armi in ginocchio, per esempio, potrei essere molto più motivato a partecipare alla lezione, ma non solo : Il maestro Caio, che è specialista dell’Area Tanken, dagli esercizi di sensibilità col coltello, alle tecniche di disarmo, fino ad un approccio al movimento Coltello-Coltello, non si sentirebbe “minacciato” dalla venuta di Tizio chiamato da un gruppo presso il quale lui stesso fa lezioni.

    A conti fatti, quindi, io credo che definire quello che si va a fare sia il primo passo per indirizzare al massimo la PRATICA (non la PAROLA) verso un obiettivo chiaro e condiviso ì, senza sprecare i propri sforzi in direzioni nebulose e spesso contrastanti.
    Ciò che porta PROFESSIONALITA’ al mondo dell’Aikido deve essere sempre, credo, fonte di riflessione e per quanto possibile, di messa in opera a fronte di un pressappochismo dilagante e di improvvisazioni a casaccio.
    Questo sul tatami e fuori dal tatami. Forum compresi.
    Grazie,
    Fabio Branno

  11. Andrea wrote:

    Ciao Marco,

    sono un allievo del maestro Francesco Verona e, per quanto mi è possibile, ti rispondo.

    Il maestro insiste spesso sull’importanza di partecipare a stages e di praticare con aikidoki che abbiano impostazioni tecniche diverse; la ritiene fondamentale per crescere. Uno stage che vede la partecipazione di più maestri rispecchia molto la sua filosofia legata ad un aikido aperto a più punti di vista. Se questo suo approccio, dal punto di vista didattico, funzioni o meno, non spetta a me dirlo (sarei palesemente di parte).

  12. Marco wrote:

    Sicuramente prendere atto della “diversità” è sempre qualcosa di molto stimolante, come assistere ad uno spettacolo di danze legate a culture appartenenti a popoli sparsi in diversi angoli del pianeta. Suoni, suggestioni di diversa natura, una esperienza edificante nel momento in cui questa diventa occasione di riflessione: quali le differenze? Quali le ragioni alla base delle stesse? In verità il mio discorso ha a che fare con considerazioni un pò più terra terra nel senso di legate ad esperienze concrete, che sono certo tutti hanno avuto modo di sperimentare e cioè quella del vuoto cosmico che accompagna la descrizione dello stage ad un amico che ce ne rende conto a pochi giorni dallo stesso. Suggestioni, intuizioni non bastano per cui vorrei fare delle proposte per capire se è possibile fare in modo che la partecipazione ad uno stage sia di maggiore efficacia e sostanza: Secondo il mio parere tra il corpo insegnanti dovrebbe esserci maggiore comunicazione in termini di programmi e schemi didattici per compensare le difficoltà che il singolo insegnante può constatare nel proprio gruppo, quindi la concertazione di un programma studiato e condiviso per il raggiungimento di obiettivi definiti. Conosciuto l’argomento dello stage ciascun insegnante prepari la classe in modo che anche i gradi bassi giungano allo stage conoscendo già le forme tecniche che si andranno ad approfondire, non ha senso che si perda tempo a spiegare ikkyo . Vengo allo stage ad approfondire ciò che il mio insegnante mi ha già spiegato a casa perchè uno stage dovrebbe sempre essere occasione di approfondimento. Penso a cicli di stages. Lo stesso gruppo ogni tre mesi ed all’inizio di ogni nuovo appuntamento si controlla se il lavoro spiegato nello stage precedente è andato a buon fine ed ogni allievo o insegnante illustra le perplessità o propone nuovi schemi didattici. Alla fine dell’anno forse qualcosa si è portato a casa.

  13. Alfonso wrote:

    Filippo scrive:
    “quindi se speri in una risposta da parte dei suddetti maestri…. credo che te la puoi scordare, anche perche’… come ho gia’ detto prima, essi, oltre ad essere dei signori….., parlano poco e praticano molto”

    E’ molto strano che Filippo risponda con tanta convizione e veemenza per i suddetti maestri. Vorrei ricordargli che praticare molto non rende maestri e un maestro anche se parla poco dà molte risposte….

    Filippo scrive:
    “Ora ti saluto con un caloroso abbraccio ” sensei praticante veterano anonimo”

    Non leggendo il cognome di Filippo deduco che sia famoso al pari di Leonardo e scusandomi per l’ignoranza saluto cordialmente…

  14. Luigi Branno wrote:

    Anni fa si usava redigere le locandine degli stage di aikido indicando la città, il nome della palestra e l’indirizzo della stessa. Poi “qualcuno” ha aggiunto delle informazioni in più: come raggiungere la palestra, la piantina della stessa, dove trovare gli alberghi più economici, dove mangiare, a chi rivolgersi per informazioni, costi per una o più lezioni.
    Che io ricordi nessuno si è scandalizzato anzi successivamente tutti hanno adottato questo criterio, ritenendolo molto più esaustivo ed efficiente.

    Successivamente questo “qualcuno”, suscitando non poche perplessità, ha aggiunto una sorta di programma specificando gli orari e gli spazi dedicati alle armi e al taijutsu.
    Diversi anni fa sempre questo “qualcuno” suggeri pure di coordinare le aree di lavoro dei vari relatori allo stage di formazione insegnanti di Modena organizzato dall’Ado-Uisp e di pubblicarne i temi sulla locandina.

    In questa direzione credo che l’Ado-Usp sia all’avanguardia per cui non capisco i toni cosi accesi della discussione. Gli insegnanti che si alterneranno allo stage di Marina di Massa abituati da anni di “scuole quadri” hanno sicuramente concordato gli argomenti da trattare e non hanno nessuna difficoltà ad anticiparne i contenuti.

    Credo che la fase pionieristica dell’aikido italiano sia finita da un bel pezzo. Il livello degli insegnanti è cresciuto tanto che la visione di un “maestro” che debba insegnare ancora “ikkyo” o “shionage” sia orami tramontata.
    Credo inoltre che uno stage di aikido dovrebbe tendere verso la concezione di un… “convegno” più che di un seminario. Un convegno indetto su uno o più argomenti specifici dove i relatori contribuiscono esponendo la propria ricerca su quel tema. Ciò renderebbe il tutto estremamente interessante e sarebbe un arricchimento sia per gli allievi che per gli insegnanti.

    Questo semprechè si ricerchi o si abbia voglia di ricercare….
    Luigi Branno

  15. Sandro Caccamo wrote:

    Anni fa si usava scrivere e comunicare mettendoci la “faccia”, firmandosi nome e cognome, assumendosi le proprie responsabilità, ed anche i meriti eventuali.
    Poi qualcuno ha cominciato ad usare pseudonimi e nomignoli, a nascondere la propria identità, e quindi i propri ‘obiettivi’, dietro un anonimo paravento.
    Così, sempre quel qualcuno, a cui col tempo si sono aggiunti in molti, si è sentito libero di parlare e sparlare di tutti o di molti, o….solo di alcuni, usando (e abusando) a proprio piacimento un mezzo potente quale il web.
    Atteggiamenti indegni ed affatto nobili. Simili atteggiamenti non meritano risposte, solo biasimo.
    Difatti è al mio amico Luigi Branno, al quale ho rubato la prosa d’avvio, che mi rivolgo per alcune riflessioni sulle quali, Luigi, sono certo concorderai.
    Ritengo che un Magazine come il Vostro, peraltro autorevole, interessante e ‘di servizio’, sia sostanzialmente assimilabile ad una testata giornalistica. Quindi, di ogni intervento andrebbe evidenziata la paternità affinchè le responsabilità tutte ricadano sull’autore stesso.
    Consentire la pubblicazione di qualsivoglia contributo “anonimo”, anche se interessantissimo e dai toni misurati, espone ad un’assunzione di responsabilità da parte della testata ‘ospitante’, quindi i gestori/proprietari della pagina.
    L’encomiabile opera di servizio e diffusione compiuta ad oggi da A&D non può, e sono certo non vuole, essere offuscata da ‘anonimi ed oscuri seminatori di zizzania’ che usano questa testata (cui siamo tutti legati affettivamente) con propositi polemici, distorsivi ed illatori.
    Soluzione? Molto semplice: ogni intervento dovrebbe essere accompagnato da nome e cognome dell’autore, altrimenti dovrebbe essere cestinato.
    La libertà è sacrosanta ma è direttamente proporzionale alla responsabilità.

    Un caro e sincero saluto.

    Sandro Caccamo

  16. Ciao Sandro.

    Sei un grande!
    Condivido pienamente.

    Ciao a tutti
    Gianni Martucci

  17. redazione Aikido e Dintorni wrote:

    Gent. mo Maestro Caccamo
    La ringraziamo per aver posto la questione e averci dato la possibilità di chiarire la nostra posizione.
    Riteniamo che una testata giornalistica on line deve necessariamente porsi al di sopra delle parti, riservandosi la possibilità di svolgere un atto di censura solo in relazione ad interventi volgari, di eccessiva veemenza e cattivo gusto.

    Per quanto concerne il verificare la “veridicità” dell’identità di chi scrive commenti è un problema di natura tecnica insormontabile. Un nome lo si può facilmente inventare, ma altrettanto un nome e cognome. Addirittura, se dovesse arrivare in redazione da parte di qualche lettore in vena di spiritosaggini, un commento a firma Sandro Caccamo con un indirizzo email plausibile tipo “sandrocaccamo@hotmail.com” non potendo conoscere tutte le Sue caselle di posta, non potremmo fare altro che approvarlo senza poter eseguire alcun controllo.
    L’unico sistema per poter verificare “l’autenticità” di chi ci scrive sarebbe di richiedere per ciascun lettore una “email certificata” e fare il copia-incolla dalla email al post. Possibile qualcosa del genere?

    Internet quindi, per sua stessa natura fa a meno della responsabilità di… “tipo convenzionale” in cambio di una dimensione democratica e di libertà mai neppure immaginata prima. Ci sono governi, come quello cinese che tentano continuamente di soffocare questa libertà. Noi siamo dell’idea che valga la pena di pagare un prezzo per essa, anche in termini di commenti stupidi ed inadeguati, che però, se si vuole a volte sono informazione essi stessi e parlano di malesseri, di lobby, di cattiva informazione, di tensioni e di problematiche inespresse.

    E’ corretto nascondersi dietro l’anonimato? In internet si trovano interessanti interventi sull’argomento (clicca), molti esaltano la libertà e la democrazia che la rete ha significato anche per la possibilità di denunciare fatti, grazie all’anonimato, che certe situazioni ambientali, sociali ed esistenziali, avrebbero lasciato nell’ombra privi di soluzione ed a volte di punizione.

    Si sa che ogni realtà presenta aspetti positivi ed altri negativi e se si desidera sfuggire al controllo dispotico dei mezzi di comunicazione proprietà dei privati si deve anche accettare la possibilità che tutti, a volte persone come dice Lei votati alla polemica fine a se stessa, facciano sentire la propria voce.

    Distinti saluti
    La redazione

  18. Sandro Caccamo wrote:

    Cortese Redazione,
    non sono fra coloro che crede che chi scrive per ultimo abbia ragione, pertanto dopo quello che segue non insisterò, neanche per eventuali controrisposte…..lo prometto.
    Però mi preme precisare i concetti, forse non sufficientemente ben argomentati, che ho tentato di esprimere nell’interveno precedente:
    Non mi sembra di aver parlato (ed invocato) di alcuna censura e tantomeno ho chiesto una preventiva azione di accertamento della “veridicità” dell’identità di chi scrive.
    Non ho inneggiato a presunti “soffocamenti” di libertà e democrazia nè ho dichiarato di riferirmi al governo cinese come principio di vita e di relazione tra gli individui.

    Ho parlato solo di tre cose, anonimato, responsabilità e libertà.

    L’ anonimato: dalla Vostra cortese risposta deduco che per Voi non indicare con nome e cognome nascondendo la propria identità oltre che ovviamente lecito è sinonimo di libertà e chiara espressione di un insopprimibile afflato democratico urgente di essere comunicato al “mondo”.
    Nulla si può fare…..d’altro canto qualcuno potrebbe scrivere un intervento con la mia firma ed una mail plausibile e……il gioco sarebbe fatto! E’ vero, certo.
    Ne prendo atto.

    La responsabilità: ritenete che una testata giornalistica on line debba porsi al di sopra delle parti ma quì nessuno ha chiesto di schierarVi, si è solo chiesto, come avviene nei giornali (ove gli articoli sono tutti firmati e quelli non firmati sono ascrivibili al direttore responsabile) di richiedere a coloro che vogliono far sentire la propria voce il buon gusto, la correttezza, la responsabilità di dire chi sono e non solo cosa vogliono o con chi ce l’hanno.
    Sempre in tema di responsabilità, seguire tale iter, sarebbe anche, credo, una Vostra tutela.
    A me sembra una regola elementare del vivere civile.
    Ad altri, a quanto pare, no.
    Prendo atto anche di questo.

    La libertà: rilevo che abbiamo concetti diversi sull’argomento…..ne prendo atto.

    Sempre cordialmente.

    Sandro Caccamo

  19. Sandro Caccamo wrote:

    Segnalo una piccola correzione dell’ultimo post:

    …….deduco che per voi non indicare con nome e cognome…..

    ovviamente leggasi: deduco che per voi non indicare nome e cognome….

    Mi scuso per l’errore.

    Sandro Caccamo

  20. Ciao a tutti

    Ciao Marco

    Ti sei mai recato all’ HOMBU DOJO ?
    Dalle 7 di mattina, una carrellata di maestri prospettano un AIKIDO con sfaccettature diverse, tutte interessanti, tutte importanti per una crescita personale; e lo stage di Massa voleva essere questo.
    Tutti grandi maestri dai quali noi piccoli abbiamo tanto da imparare; sopratutto l’umiltà e l’educazione, cosa mancante a molti che (anonimamente) aggrediscono il povero Marco.

    Non condanno affatto il tuo commento; condanno invece coloro che ti hanno maltrattato verbalmente e risposto a malo modo.
    Essere AIKIDOKA non vuol dire solo praticare..
    Essere AIKIDOKA significa anche avere rispetto del pare altrui.
    Essere AIKIDOKA vuol dire firmare i propri commenti con un Nome e Cognome; giù i passa montagna!
    E’ facile maltrattare una persona nascondendosi il viso; forse si tratta di paura di incontrarsi un giorno su un tatami comune? O essere ripresi dal proprio maestro?

    Ciao a tutti

    FIRMATO: GIANNI MARTUCCI http://www.scuolaaikidomassafra.it scuolaaikidomassafra@tiscali.it
    338 262 0 262 099 8800929

  21. Marco wrote:

    Dunque a Marina di Massa si è voluto scimmiottare l’ Hombu Dojo? Hai fatto bene a farmelo sapere perchè io non lo avrei mai detto. Pensa io stupidamente continuo a pensare che per essere parte di una cultura bisogna conoscerne i codici, acquisendoli dal primo giorno di vita, non si può diventare giapponesi da un giorno all’altro, non tutti posseggono l’elevato potenziale che permette una immediata assimilazione di modi e didattica che non ci appartengono.Tanto più che non basta avere gli occhietti a mandorla per essere un buon praticante ed un buon insegnante tant’è che i tatami frequentati da insegnanti giapponesi non producono allievi di diverso livello al massimo qualche buon copista, qualche personaggio folcloristico, qualche danzatore mancato. Non preoccuparti per il mio stato d’animo: ci vuole ben altro per turbare la mia emotività, ci vogliono interventi che abbiano un contenuto per lo meno intellegibile. A proposito del nome e cognome, povera redazione, ha sprecato il suo tempo a cercare di spiegare il senso della libertà e della democrazia che circola su internet, a proposito del maestro Caccamo: un lungo intervento per dire che ci vuole un cognome sui commenti , inventato o no ma ce lo vuole, ma nemmeno una parola sul senso delle sue scelte, sul suo lavoro di insegnante, sui suoi convinciment, sulla natura della sua didattica: niente. Non sprecarti a commentare dispiaciuto le risposte ai miei commenti…hai altro da pensare: sbaglio o tu sei quello degli allievi predestinati? Saluti

  22. Ciao.
    SI, penso che ognuno di noi abbia nel DNA delle caratteristiche peculiari, che rendono la sua pratica unica.

    Per quanto riguarda il M° Caccamo, a prescindere la stima che ho nei suoi confronti; ammiro molto la sua didattita, e la sua umiltà.
    Nel mio dojo, invito solo i maestri che mi vengono segnalati dai miei allievi; e quelli più richiesti sono, oltre al M° Caccamo, Luigi Dirita e Fabio Branno.
    Molti maestri si sono avvicendati sul nostro tatami ma solo pochi hanno avuto grande consenso.
    Presto inviterò un mio vecchio maestro di Aikikai italia, Fabrizio Ruta, essendo un allievio di TADA Sensei, ha una visione ascetica dell’Aikido, ed è un grande studioso del KINORENMA, oltre ad avere un grande karisma.

  23. Marco wrote:

    A parte la simpatia personale sarebbe interessante se tu descrivessi in dettaglio, per ciò che è possibile, le peculiarità degli insegnanti che hai nominato. Ad esempio in che cosa la didattica di Fabio Branno differisce da quella del m° Luigi Dirita? Quali i presupposti concettuali di entrambi? Lasciando da parte l’esoterismo e le suggestioni e le sfumature che cosa riguardo agli squilibri, al contatto, alla tempistica? A chi vanno le tue preferenze ? Chi fa un aikido più simile al tuo?…perchè non può essere che tutti fanno lo stesso aikido diversamente varrebbe la pena di fare un abbonamento con uno ottenendo uno sconto. Se parli di aggressività in che modo la visione ascetica di Ruta potrà aiutare te ed i tuoi allievi? Quale aspetto del lavoro prediligi nel m° Caccamo? Saluti.

  24. Ciao Marco.

    Del M° Luigi Dirita, mi piace molto l’uso delle armi; la sua fisicità e il suo studio dell’Aikido relazionato alla nostra struttura scheletrica e muscolare.
    Egli ti spiega nel dettaglio il processo meccanico del nostro corpo durante la pratica.

    Del M° Fabio Branno, ammiro la sua didattica, la perfezione delle sue tecniche; oserei dire che è un Tissier più giovane. Inoltre con gli allievi si rapporta con grande capacità.

    Nel M° Sandro Caccamo, c’è qualcosa di magico, la sicurezza dei suoi movimenti; egli non pratica Aikido….. Caccamo è AIKIDO.

    Il M° Fabrizio Ruta di Aikikai Italia (la mia vecchia associazione), riesce a trasferire qualcosa che solo il M° TADA sa fare.
    Oltre ad essere un grande insegnante di Kinorenma, egli nella sua pratica dà sempre qualcosa di interiore; nelle sue tecniche usa il KI. Egli esegue sempre in anjodaza, lo vedi come se fosse distratto, ma in realtà è sempre attento e presente.
    Molti sorridono quando si parla dell’uso del KI; lo fecero anche quando qualcuno.. disse …”EPPUR SI MUOVE”.

    Certamente di maestri bravi ce ne sono tanti, questo mio commento è relativo a quelli che conosco meglio.

    Nel mio dojo ci sono allievi che pesano 110 kg ed altri 50 kg.
    Ognuno con capacità motorie diverse dagli altri.
    Ognuno si costruisce il proprio Aikido a sua dimensione, ecco perchè ritengo che sia giusto praticare con diversi maestri, tutto finalizzato alla ricerca del proprio Aikido; e perchè non costruirsi
    un Aikido che abbia diverse sfumature? Lo sono stati d’esempio SAITO-TADA-GOZO SHIODA ecc.. Tutti figli dello steso padre ma tutti totalmente diversi nella pratica.
    SAITO molto robusto non molto alto,e ben radicato
    TADA molto magro, altezza media, e velocissimo
    GOZO SHIODA piccoletto, magro e zompicchiante.
    Tutti dei grandi ma molto diversi.

    Ciao (non lamentarti dello stage di Massa sei stato fortunato a poterci partecipare)

    Gianni Martucci

  25. Marco wrote:

    Non ho capito la tua ultima affermazione riguardante lo stage di Massa avendo terminato l’asilo un pò di tempo fa…comunque io credo dovresti fare il punto della situazione perchè la cose che dici sono un pò troppo eterogenee tra di loro…dunque ti serve un maestro dalla notevole fisicità capace di spiegarti nel dettaglio al pari di un ortopedico o un fisioterapista ciò che accade ovvero come dici tu il processo meccanico del nostro corpo durante l’azione aikidoistica, poi ti serve qualcuno che mostri nel migliore dei modi ciò che fa Tissier e che sia simpatico e questo è il ritratto preciso di Fabio Branno, di Caccamo non dici nulla perchè lui è l’aikido fatta persona e quindi il resto degli insegnanti a che ti serve, e poi sconfessando la fisicità e le catene neuromuscolari che quel povero Dirita ti ha appena finito di spiegare ti tuffi nell’accogliente mare del Ki , magico, metafisico, trascendente. E sei certo che esista e che a quanto pare sia tale da annullare peso ed altezza e pure il problema età. Ti sento confuso, pieno di modelli e di locandine pubblicitarie e di leggende e di credenze. Fatti una idea tua, fai delle scelte e persegui un obiettivo. Il tempo dei miti e delle stars di Hollywood è finito: pensa con la tua testa.

  26. Gianni Martucci wrote:

    Sai, mi sono fatto una idea……..
    Hai molta strada ancora da fare!!!!
    I forum a mio avviso, non servono per litigare ed offendere. Dovrebbero essere motivo di crescita.
    Se un giorno verrai in Puglia, nel mio dojo; credo proprio che capirai la mia filosofia dell’Aikido.
    Non si può pretendere che un praticante, anche se con tanti anni di anzianità, possa capire subito certi concetti. Con il tempo crescerai ed allora un giorno potrai darmi ragione.
    E forse un giorno potrai… anche tu insegnare ad altri l’essenza dell’Aikido.
    In ogni caso ci sono tante altre discipline di più facile ed immediato apprendimento; non farti pippe mentali, cerca e forse troverai la tua.

    E’ stato un piacere. Addio…. e buona pratica.

  27. nino briguglio wrote:

    Salute a tutti!
    Ho letto con interesse lo sviluppo della discussione… e gli interventi che gli autorevoli maestri hanno inteso apportarvi …
    Io non sono un maestro, ma solo uno che ha cominciato a fare arti marziali (con la scherma nel 1974 – avevo 7 anni), e ha fatto della disciplina e della marzialità la propria vita (faccio il carabiniere per professione). Pratico aikido da meno di 10 anni, quindi sono indegnamente poco più di un mu kyu… un allievissimo!
    Caro Marco, da quello che dici, sembra che tu non abbia più nulla da imparare e che abbia visto tutto ed appreso tutto!
    Beh.. volevo dirti che non può essere così…!
    All’Hombu Dojo ho visto il waka sensei (che pratica aikido da almeno 25 – ne ha 31) insegnare ai bambini, tenere le proprie lezioni ed essere utilizzato come l’ultimo degli aspirapolvere dal padre e dagli altri maestri… i quali, peraltro – TUTTI – quando la lezione la tiene il doshu, o grandissimi maestri come Endo o Yasuno, si schierano in ultima fila e si allenano come l’ultimo degli allievi.
    Come si allenano come l’ultimo degli allievi certi vecchietti di almeno 80 anni… con le hakame visibilmente antiche, logorate dalla pratica, ma ancora desiderosi di imparare… perchè perfettamente consapevoli che la forma non è mai perfetta… e solo praticando la si può migliorare.
    Nemmeno lo stesso doshu può dire di non essere ANCHE allievo … senz’altro, non potendo essere nato “imparato”, ha avuto i suoi maestri anche lui (in primis suo padre), cui certamente guarda con riverenza, come ogni aikidoka dovrebbe fare… d’altronde, un praticante è qualificato dal suo maestro.. o dai maestri che ha avuto…
    Noi senz’altro scimmiottiamo questo sistema… ma è davvero sbagliato…?
    Naturalmente non è detto che in Giappone siano depositari della verità assoluta (ho visto su quel tappeto anche pippe immonde e cani morti)… ma le arti marziali e l’aikido in particolare, sono democratiche… se non ti piace o non ti senti capace ….non ci andare a quello stage..!
    Sono anche molto meritocratiche però… come diceva il mio maestro… il tappeto non mente… non si può dire ed omettere di fare… vieni immediatamente sburgiardato..!
    E’ sul tappeto che devono essere confrontate le idee, le capacità, le didattiche…
    Quindi, caro Marco, Ti consiglio di esprimere le tue opinioni sul tappeto, praticando e continuando ad imparare… non in un forum.
    un saluto
    nino briguglio

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