Aikido e blogs

Sono un pò vecchio, nel senso che mia figlia che ha 14 anni, ha la patente europea di computers, mentre per me il web rimane un linguaggio ostico, facendomi sentire un soggetto retrivo, che si è fatto passare il tempo sulla pelle.

Dovrei prendere esempio proprio da Osensei, che pur illuminato, non disdegnava guardare la tv in compagnia del nipote, l’attuale Doshu, godendosi di gusto le avventure dei samurai!

Quando mi avventuro sul web e per caso riesco ad entrare nel blog di qualche sito d’aikido, non posso fare a meno di rimanere perplesso. Probabilmente ho capito molto poco di Osensei.

Forse però il mio pregiudizio deriva anche dal fatto che mi son dovuto occupare professionalmente di diffamazioni tramite blog e, volente o nolente, dal mio punto di vista, ho dovuto approfondire la cosa.

Il blog è un luogo mediatico dove chiunque, senza firmarsi (anche servendosi di lettere a firma apocrifa o del tutto inventate) può imbastire delle vere o presunte discussioni, su un argomento qualsiasi, in questo caso il tema del blog -che può essere appunto l’aikido-, venendo abilitati a dire di tutto un pò.

Insomma lettere anonime che chiunque può leggere!

Le mode prendono piede e la libertà di parola o di critica, tanto care al nostro spirito occidentale (a me per primo), sembra che non possano patire limitazione alcuna, nemmeno di buon gusto.

Un blog può servire per fare lotta politica, e divenire più insidioso di un giornale, potendo pubblicare “lettere” di cittadini sdegnati…. che a volte non esistono o non sono rintracciabili.
Privilegi dell’attualità.

Ogni “parte” tende ad attivare lo strumento; gli argomenti possono silenziosamente vociare, senza sfociare in alcuna vera discussione, in quanto anche per il web vale il detto: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Spesso il risultato è solo stucchevole.

Mi chiedo quale sarebbe l’opinione di Osensei, vedendo l’aikido dei suoi allievi diretti ed indiretti, sbertucciato ben bene da una banda di vocianti, capaci però, grazie al mezzo, di un clamore inaudito.

Qualsiasi soggetto minimamente presente, mi contesterebbe che la domanda è puramente retorica, in quanto, tutt’al più, potrei venire a sapere cosa ne pensa il sottoscritto, che ha un’unica argomentazione a suo favore: si sottoscrive, appunto.

Da qualche parte, in passato ho scritto che gli allievi diretti di Osensei, avevano qualche responsabilità sullo stato di contrapposizione e conflittualità, i cui effetti si avvertono ancor oggi.

Ho affermato ciò, facendo una considerazione più che altro fenomenica, senza pretesa di giudicare nessuno, essendo quei maestri, gli stessi ai quali mi vado ad inchinare con sincera devozione, nella speranza di procedere con il mio aikido.

E procedendo, mi dico che l’aikido è tante cose, ma in primis una maniera per rispondere all’aggressività, sfidando il principio fisico, prima ancora che psichico, di azione e reazione.

Il livello psichico può essere anche peggio di quello meramente fisico -che ha il pregio di una proporzionalità impersonale- in quanto rincara la dose e personalizza gli eventi.

L’acqua non monta una questione personale col sasso che ne contrasta il cammino, nel bel mezzo del ruscello. Semplicemente gli gira attorno.

Questa semplicità, il più delle volte, non è alla nostra portata.

Siamo affezionati al punto da essere “fissati”, con i nostri contenuti interiori, con le nostre proposizioni fideistiche, da contrapporci distruttivamente a chi non fa altro che compiere il nostro stesso gesto. Le fissazioni hanno regolari interfaccia in paure inconsce, che non affrontate, le cementano sempre più, ponendoci in contrapposizione a chi……non la pensa come noi. Il dilagare della conflittualità.

E’ a questa conflittualità che vuol dare risposta l’aikido, una risposta non fumosa, ma chiara.

Aikido ga goriteki desu: “L’aikido è razionale”. E lo è nelle sue forme e nel suo linguaggio. Lo è nell’attitudine a distinguere tra mondo interno e mondo esterno, nell’evitare che il nemico interno si materializzi nell’interlocutore esterno.

Insomma avremo vedute, interessi e gusti diversi, la nostra comunicazione può partire anche in maniera infelice, ma non c’è bisogno di distruggere nessuno, pur non avendo intenzione di soccombere all’ingiustizia.

Il punto di vista dell’aikido, a tal proposito, non è un “pensiero debole” e neanche un delirio di onnipotenza distruttiva; vuole prendere atto della realtà, esorcizzare i fantasmi, tendendo ad una relazione non conflittuale.

“L’aikido è percorrere le tre forme (quadrato, triangolo e cerchio) con un cuore puro”.

Il cuore è puro quando ha esorcizzato i fantasmi e il praticante può esprimersi liberamente, con quella geometrica intellegibilità, che qualunque interlocutore può capire, se vuole, senza equivocare.

Tornando al contenuto dei blogs, possono parlare anche dell’aikido, o di quelli che fanno aikido, ma l’aikido è altrove.

A parlare sono i fantasmi e le storie che raccontano sono deliranti, manicomiali

Le contrapposizioni sono ripristinate e rafforzate; il gioco della mistificazione trionfa.

“L’aikido deve creare uomini migliori”.

Forse più di qualcuno, anche da autorevoli scranni, non ci crede. Non gli interessa divenire migliore. Si fa alibi degli altri per non lavorare su se stesso.

Che è proprio l’aikido, quel lavoro incessante, profondo, faticoso, quel riimpastare e lievitare, quel solve et coagula che ci rimette sempre in discussione: SHUGYO.

L’aikido è un’alchimia. Sa trasformare la distruttività in comunicazione; gli scarti diventano oro, ma chiede per realizzarlo tutta la nostra cooperazione. Non un’ oncia di meno.

Se non facciamo aikido nello spirito del Fondatore, per divenire uomini migliori, riusciamo solo a capovolgere il processo alchemico.

L’oro ridiventa feci!

avv. Angelo Armano



One Comment

  1. Peppino wrote:

    Castellammare di Stabia 31.10.2007
    Lettera aperta

    Sono un praticante di diverse arti marziali, negli ultimi dieci anni pratico aikido con il m° Aiello Pasquale, il quale reputo persona strordinaria. Entrambi con Angelo Armano, proveniamo dalla stessa scuola. Con questa mia voglio testimoniare la STIMA e l’AFFETTO che nutro nei confronti dell amico Angelo il quale negli ultimi due anni sta dedicando molto del suo tempo nella divulgazione di questa splendida disciplina a Sorrento. Visto che ho calpestato molti tatami da quando sono nato, e ne ho visto tante, voglio anche dire che il M.Angelo Armano è all’altezza del suo compito. E’ una persona che crede in quello che fà ed è veramente un buon maestro e soprattutto un amico. BRAVO …BRAVO …Continua cosi.
    MAI DOMI.

    PITBULL

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