Toko Shinoda: La linea e lo spazio

 Toko Shinoda: La linea e lo spazio

Roma, Istituto Giapponese di Cultura
7 febbraio – 3 marzo 2009

Milano, Triennale
11 marzo – 5 aprile 2009 

Venerdi 6 febbraio 2009 alle ore 18.30 sarà presentata dalla Fondazione Italia Giappone, per la prima volta in Italia, una mostra dell’artista giapponese Toko Shinoda, una delle più famose pittrici viventi di sumi-e astratti (pittura monocromatica ad inchiostro di china).

 L’esposizione si terrà a Roma presso l’Istituto Giapponese di Cultura fino al 3 marzo 2009 e a Milano presso la Triennale dal 11 marzo al 5 aprile 2009. La mostra è organizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, l’Istituto Giapponese di Cultura in Roma e la Triennale di Milano, con il contributo della Japan Foundation, Fiat Group e Comune di Milano e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Comune di Roma e dell’Ambasciata del Giappone in Italia. Considerata dalla critica una delle più grandi pittrici del XX secolo, Toko Shinoda è emersa all’interno della movimentata scena artistica newyorkese tra gli anni ’60 e ’70, quando fu scoperta dalla famosa commerciante d’arte Betty Parsons. Da quel momento in poi i suoi quadri sono stati esposti accanto a quelli di artisti del calibro di Mark Rothko e Jackson Pollock. Il progetto prevede la presentazione di venti opere tra dipinti e litografie provenienti da collezionisti privati ed una serie di documenti fotografici. Viene inoltre proposto un interessante paragone tra l’artista giapponese e il pittore italiano Afro (Basaldella), esponente dell’astratto concreto che mostra come entrambi attingano profondamente dalla loro eredità e possiedano un istinto infallibile nel trattare i propri mezzi, capace di imprimere nelle loro opere doti di immediatezza e grazia. Nata nel 1913, Toko Shinoda dall’età di sei anni fu iniziata alla calligrafia, disciplina che l’ha sempre portata a preferire le tonalità del grigio e del nero su ampi spazi bianchi. A scuola è sempre stata un’alunna impaziente e, data la sua esuberante personalità, si stancò ben presto del rigido insegnamento della calligrafia tradizionale cominciando a dedicarsi all’improvvisazione regolata però da una ferrea auto-disciplina. Le influenze della tradizione nelle sue opere restano evidenti particolarmente nell’uso del sumi (l’inchiostro tipico giapponese) e degli antichi inchiostri indiani dalle sfumature di rosso cinabro che donano ai suoi caratteri delle atmosfere suggestive ma decise. Dopo il suo improvviso seppur tardivo successo negli Stati Uniti, la Shinoda si è “ritirata” dal panorama artistico internazionale per tornare in Giappone, dove ha continuato ad accrescere la sua fama con alcuni sbalorditivi murales ed i dipinti su pannelli scorrevoli per il tempio Zojoji a Tokyo. Toko Shinoda ha ricevuto molte ed importanti commissioni e le sue opere sono presenti nei maggiori musei e gallerie di tutto il mondo (Tokyo, Boston, Parigi, New York, Bruxelles, Hong Kong, Berlino, Washington). Nonostante l’apparenza fragile ed elegante della sua figura minuta, l’artista possiede una sorprendente forza interiore. A 95 anni non ha perso neppure un briciolo della sua energia e della sua acuta sensibilità, qualità senza le quali non sarebbe in grado di creare dei lavori così dinamici e pieni di vita.

 

 

 



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