T’ai Chi Ch’uan
Il T’ai Chi Ch’uan è un antico sistema di esercizi il cui obiettivo é di conseguire una perfetta fusione di spirito e corpo in modo da consentire il più armonioso flusso di energia vitale quindi l’equilibrio del corpo e delle sue funzioni nel contesto ambientale in cui si trova a vivere.
Questa definizione emerge dalla stessa denominazione di questa serie di esercizi. T’ai Chi significa l’essenza suprema e la sua rappresentazione è costituita da un cerchio diviso equamente in due parti che esprimono le due polarità dell’energia di cui tutto l’universo è costituito: lo Yin e lo Yan. Nel loro insieme i movimenti del T’ai Chi Ch’uan illustrano la continua interazione di queste due forze. Ch’uan significa forza ed è rappresentato da un pugno chiuso. In questo contesto il pugno non rappresenta alcunché di aggressivo, bensì la capacità di concentrarsi. Divenire «maestro del pugno» significa aver raggiunto la capacità di tenere se stessi nel più completo ed equilibrato controllo.
L’origine del T’ai Chi Ch’uan è ancora imprecisata. Certamente è una ramificazione di quelle arti marziali che si affermarono in Cina a partire dalla dinastia Chou ( 1066–403 prima di Cristo); tuttavia, la prima documentazione scritta di questa tecnica risale al XIII secolo della nostra era quando compaiono le prime versioni di tre tratterelli su questa tecnica (I classici del T’ai Chi). La leggenda vuole che un monaco taoista del XIII secolo, Chang San-peng abbia inventato i primi movimenti ispirandosi a quelli che un giorno egli ebbe a osservare nella lotta fra una gru e un serpente, lotta di cui lo colpì I’armoniosità e nello stesso tempo l’efficacia. Il monaco impostò il sistema su 13 movimenti, sulla base dei quali l’arte si è poi sviluppata fino al secolo scorso, quando raggiunse la sistemazione che oggi conosciamo.
Attualmente, del T’ai Chi Chuan si praticano molti stili dei quali uno dei più popolari anche in Occidente è lo Yang, dal rome del maestro Yang Lu-ch’an che visse a Pechino nell’800. Nello stile Yang si riconoscono due forme: una consiste di 108 movimenti la cui esecuzione richiede a una persona esperta circa 25 minuti; l’altra di 37 movimenti che possono essere compiuti in una decina di minuti. I vari movimenti possiedono denominazioni che riflettono l’origine e l’evoluzione del T’ai Chi Ch’uan: da arte marziale e di autodifesa a tecnica meditativa, per cui i termini possono riferirsi a movimenti di aggressione o di difesa, oppure ad animali o ancora avere significati simbolici. L’obiettivo del T’ai Chi Ch’uan, i cui movimenti sono concepiti e coordinati dalla mente, è quello di rilassare il corpo, di pensare ogni muscolo, ogni articolazione del proprio organismo come un sistema aperto nel quale l’energia vitale possa fluire liberamente e armoniosamente. I movimenti sono dolcemente circolari, lenti e sincronizzati con i movimenti respiratori.
Il conseguimento di una tecnica soddisfacente richiede naturalmente molto tempo: per divenire un maestro non occorrono meno di 10 anni. L’apprendimento è graduale: è necessario dapprima raggiungere una sintonia fra pensiero e azione; riuscire a compiere spontaneamente tutta la serie di movimenti che la tecnica comporta dopo essere riusciti a «sentire» come ogni parte dello scheletro e delle masse muscolari si muovono e in quale relazione con gli atti respiratori, fino a raggiungere la sensazione di un equilibrio tra situazione psico-emotiva e movimenti compiuti. Ad addestramento ultimato con successo, tutti gli esercizi si svolgeranno spontaneamente e secondo sequenze che, a livelli tecnici maggiori, non saranno altro che la rappresentazione allegorica della vita dell’uomo dalla nascita alla morte. Probabilmente le con notazioni filosofiche -religiose tradizionali non sono dominanti nella pratica moderna del T’ai Chi Ch’uan senza tuttavia che venga meno la possibilità di una progressiva liberazione che si tradurrà in un più equilibrato rapporto tra spirito e corpo, fra uomo e ambiente. Un esempio varrà ad illustrare le tecniche del T’ai Chi Ch’uan e il suo significato. Normalmente, all’idea di «spingere» si associa un’immagine fisico-mentale di una azione aggressiva che si esprime con un braccio teso ad allontanare qualche cosa da se. Nel T’ai Chi Ch’uan, «spingere» si realizza in un’immagine fisico-mentale equivalente a calare il proprio peso a terra, rilassare il braccio e il gomito, muovere tutto il corpo come un’unità. II successivo movimento di questa sequenza consiste in un’immagine fisico-mentale del corpo che si affida alla terra, in un atteggiamento di ritirata, di resa, che introduce un ulteriore elemento di relax. Quindi le braccia vengono sollevate all’infuori, dolcemente, così come mollemente il polso viene lasciato pendere all’ingiù, mentre le dita. si aprono e si allargano. Nell’intera sequenza, i lenti movimenti aprono le articolazioni, dissolvendone gli eventuali blocchi, contribuendo nello stesso tempo a rendere più efficace il fluire dell’energia vitale nell’organismo, mentre la mente è calma e lo spirito lasciato libero di volare come un airone nel cielo.
Il T’ai Chi Ch’uan è diffusissimo soprattutto come sistema per «mantenersi in forma», ma possiede anche notevoli possibilità terapeutiche principalmente nei confronti di malattie a prevalente componente psico-fisiologica (ulcera, insonnia), oltre che nell’artrite e nei reumatismi.
La dolcezza dei movimenti e l’assenza di sforzo, rende il T’ai Chi Ch’uan molto adatto ai bambini e ai vecchi.