Questa analisi, fatta da un non italiano, non ha né l’intenzione né tantomeno la pretesa di spiegare in maniera esaustiva il “perché” e il “come” della situazione politica dell’Aikido in Italia a partire dalle sue origini. Non è questo il suo scopo. Si tratta piuttosto di uno strumento di lavoro…
…”Nel linguaggio marziale del maestro Luigi Branno, è l’interazione stessa fra le persone che diventa uno strumento ideale e materiale per poter comprendere la realtà, una porta d’ingresso per tutti verso l’allineamento di mente e corpo, una visione del cosmo che possa mettere in sintonia tutte le forme di vita che scorrono liberamente nelle tecniche e che si trasformano in una nuova fase della natura umana e della coscienza umana”…
…più di una volta ha detto: “io ho praticato in maniera insensata” (ad esempio in gioventù allenava dando delle testate nelle pareti o appendendosi ai rami degli alberi), “ho creato l’aikido proprio per evitare che vi alleniate anche voi in maniera insensata”…
Nato in Giappone nel 1883, è considerato uno dei più grandi budôka che la storia ricordi. Ad Ayabe, infatti, fu innalzata una statua in suo onore, ancora visitata da milioni di praticanti da ogni parte del mondo. La sua vita è stata caratterizzata da particolari eventi…
…”Nella vita quotidiana la coscienza di se stessi è spesso, più o meno vagamente, collegata ad alcuni gesti che si compiono ed in molti casi è totalmente assente da essi. Quante volte si è dovuto risalire per controllare se era stata chiusa a dovere la porta di casa? Si ricorda con esattezza cosa si è mangiato il giorno precedente? Si fanno tantissime cose senza riconoscersi in nessuna di esse…
…”Che cosa intendono per efficacia? Proiettare in strada due o tre aggressori e comportarsi come eroi del cinema? Non è certo questo l’unico pericolo della vita! Siamo forse sicuri che alla finestra della casa di fronte non ci sia qualcuno che ci spia puntando su di noi una carabina munita di mirino per cacciarci una pallottola in testa? È proprio così che sono morti un presidente degli Stati Uniti e un premio Nobel. Non abbiamo paura che ci caschi una tegola in testa o che ci possa schiacciare una gru? …
Ed allora applico i pensieri di O Sensei alla postura delle mie mani e ascolto. C’è immobilità nella guardia: devo solo stare attento a non passare in uno stato di iperattività o di ipoattività come in zazen se non voglio disturbare l’ascolto interno….
In Aikido non esiste assolutamente primo attacco. Attaccare vuol dire essere già stati sconfitti nello spirito. In accordo col principio di non resistenza, non ci opponiamo all’ attaccante. Quindi, si potrebbe dire che in Aikido non esiste avversario….
…”Ancor di più mi ha mostrato un registro con i nomi delle persone che erano entrate alla Kashima Shinto-ryu e avevano eseguito keppan (lett., “sigillo di sangue”, firmare il registro d’iscrizione e sigillarlo con il proprio sangue come pegno di sincerità e di serietà d’intenti) prima della II guerra mondiale. Uno dei nomi nel registro era quello di Morihei Ueshiba, insieme a quello del suo discepolo Zenzaburo Akazawa”…
…”Possiamo, in omaggio all’aikido, non porci il compito di annientare (marzialmente) chi offende l’arte che così tanto amiamo, ma per amore dell’aikido, ci corre l’obbligo di testimoniare il vero, di non colludere con la falsità”…
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