Pensieri sui Dan partendo dal Do

Il 14 gennaio di quest’anno sono stato promosso 8th dan alla cerimonia Kagami-biraki dell’Hombu dojo. Il 3 giugno abbiamo festeggiato per celebrare questo evento. Desidero esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che mi hanno aiutato nei preparativi della cerimonia ed a tutti quelli che vi hanno preso parte. Ringrazio inoltre pre tutte le congratulazioni ed i doni. Il corrente sistema di graduazione si basa su un regolamento messo in vigore il 1 aprile 89 dall’ Aikikai Hombu dojo:” Potranno esserci 8 gradi, da shodan ad ottavo dan, conferiti dal Doshu in base sia alla propria preparazione Aikidoistica sia basandosi sulle imprese ed i contributi al di fuori del tappeto. I gradi potranno essere ottenuti sia tramite esame che tramite raccomandazione. Inoltre esistono procedure specifiche per conferire a qualcuno la possibilità di esaminare o essere esaminato e la possibilità di raccomandare o essere raccomandato. In ogni caso, con l’attuale diffusione dell’Aikido a circa 80 paesi, sembra essere veramente un difficile proposito quello di assicurarsi che ogni singolo gruppo abbia ben compreso, ed attui correttamente, il sistema di graduazione. Lasciando da parte le mie considerazioni sul fatto di aver ottenuto il più alto riconoscimento secondo questo nuovo sistema, vorrei spendere alcune parole sui gradi che ho ottenuto nel corso della mia pratica. Fino ad oggi, ho sempre dichiarato di seguire l’Aikido come una via (DO). Seguire il DO vuol dire farlo profondamente, e ciò che sono arrivato a comprendere praticando Aikido è che la Via è semplicemente Proseguire. E, in ogni caso, non esiste limite alla profondità raggiungibile. Qualcuno potrebbe puntare a qualcosa che gli sembra un risultato, ma così come il cammino non sarà lo stesso per ognuno, così esso potrebbe non rappresentare un vero traguardo per tutti quanti. Detto ciò, è realmente possibile asserire che esiste una destinazione finale? Conferire un grado è il risultato di una valutazione obbiettiva delle capacità e dei progressi di qualcuno misurandoli con degli standard. Ad ogni modo, io penso che un semplice punto di vista non ha alcuna rilevanza nel cammino lungo la Via. La lontananza e la profondità raggiunte sono una questione interna a cui solo il praticante può rispondere. Sono giunto alla conclusione che è impossibile misurare il livello raggiunto da una persona, su degli standard fissati.
Sono passati 40 anni da quando ho cominciato a praticare Aikido. Guardando indietro alle mie esperienze, in questo periodo, io ho incontrato molti maestri, a cominciare da O’Sensei, mi sono state insegnate parecchie cose, ho letto un bel pò di libri ed ho imparato tantissimo. Quando cominciai, praticavo pensando soltanto a diventare più forte. All’epoca, diventare più forte voleva dire, per me, apprendere molte tecniche e fortificare il mio corpo. Col tempo, gradualmente, finii col mettere in discussione questo modo di pensare e di praticare. Cercando di risolvere i miei dubbi, iniziai a leggere dei libri sullo Zen e le Arti Marziali. Fra questi ci fu un antico testo cinese sulla strategia militare, il “Liutao”. Il seguente brano è tratto da una sezione chiamata “Hujuan”, il capitolo della Tigre.
“Se esso verrà, semplicemente gli andrai incontro; Se vorrà andar via, semplicemente lo lascerai sulla sua strada; se si opporrà, semplicemente lo fronteggerai.

5 e 5 fanno 10
2 ed 8 fanno 10
1 e 9 fanno 10.

Così come queste equazioni, armonizzati.
Guarda le cose in profondità e scoprine il senso nascosto.
All’occasione, la vita e la morte sono solo bugie, Il cambiamento dipende dal momento. Nulla viene turbato.

Interpretai questo testo in questo modo: trasforma tutto ciò che è avverso in qualcosa di armonioso. Se ciò potrà essere fatto, sarà certamente la cosa più forte. Per questo, bisogna conoscere ciò che è latente e ciò che è manifesto (yin e yang) e pensare a ciò che è grande come se fosse infinitamente grande ed a ciò che è piccolo come se fosse infinitamente piccolo. Uccidere o restare in vita, avanzare e ruotare, tutto avviene in un istante. Ma anche quando si fa qualunque cosa immediatamente, è necessario mantenere il cuore e la mente in uno stadio di inamovibile quiete. A quel tempo avevo già iniziato a praticare in maniera morbida, ma, per riuscire a comprendere a fondo ed a mettere in pratica quelle parole, iniziai a focalizzare la mia attenzione sull’”Ora”, sul momento presente,e mi concentrai per cogliere esattamente l’incontro col mio partner, reagendo agli stimoli dati dal sentire la sua forza ed il suo Ki. Praticando in questo modo, qualora riuscivo a guardare dentro me stesso( cosa che allora capitava solo occasionalmente), mi accorgevo di starmi movendo col mio partner senza limitazioni, non con forza, ma naturalmente, con un impeto ed una energia inconscia, come se non avessi dietro di me alcuna esperienza. Mentre praticavo in questo modo, spesso guardavo indietro al mio precedente modo di pensare e praticare ed a ciò che credevo di sapere. Arrivai alla conclusione che attraverso il non dipendere dalla forza fisica, l’allontanamento dell’ego, il muoversi in maniera morbida e flessibile, è possibile immediatamente,concretamente ed intuitivamente cogliere l’attimo-l’”ora”- ed armonizzarsi col proprio compagno. In “COSMOS 11″, ho scritto ” Il concetto di Do (Via) indica l’unificazione degli opposti e l’integrazione della varietà. Ciò sottolinea l’importanza dell’unione in tutte le cose e mentre esse sono unificate, l’Universale e l’Assoluto ottengono priorità su tutto il resto. Percorrendo l’Aikido da questo punto di vista della Via,le mie forze andavano espandendosi dagli esseri umani alla società,dalla società alla Terra e dalla Terra a tutto l’Universo. I disordini e la confusione non cesseranno mai di esistere in questa Società. Ma gli uomini cercano di scappare da essa e finiscono per sprofondare nella solitudine, imparando sempre più l’insicurezza. Dopo probabilmente conosceremo un tipo solo di forza e finiremo col dipendere da essa. In ogni caso, tutto attorno a noi deve essere “proprio come è” e procede verso “il suo cammino naturale”. Questo non è il risultato di un qualche speciale potere che agisce per renderlo così. Tutto ciò che vediamo agli antipodi, grande o piccolo, tutto ciò che è diverso, nutre ugualmente e vicendevolmente tutto il resto. Non utilizzare la Forza, mettere in ordine gli opposti ed i diversi, cogliendo contemporaneamente ogni cosa così com’è, e creare unione: questa è l’idea del Do. In questa visione, seguire la Via è separarsi dall’idea di ogni genere di forza, riscoprire semplicemente sé stesso e,tranquillamente, percorrere la propria strada.Il Potere e la Graduazione non sono affatto necessari a perseguire questo scopo.Coloro che praticano l’Aikido come un Do, non dovrebbero vedere i gradi come aumenti di potere da cui dipendere, ma solo come indici della loro posizione all’interno del Cerchio dell’Aikido, e soltanto un’altra conferma dei precedenti passi della loro esperienza.

Endô Seishirô
Responsabile del dojo Aikidô Saku
July 2001



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