…”L’aikido è un’alchimia. Sa trasformare la distruttività in comunicazione; gli scarti diventano oro, ma chiede per realizzarlo tutta la nostra cooperazione. Non un’ oncia di meno”…
… “successivamente ebbi a scoprire che a dispetto dei proclami di armonia, era diffusa tra gli eredi di Osensei una mania da primadonna e un corrosivo relazionarsi tra di loro. Questo stile è stato purtroppo assimilato dalle generazioni successive, come è in grado agevolmente di constatare oggi chi, superando il voltastomaco, si dia pena di scorrere le opinioni in libertà vomitate anonimamente sui vari blogs”…
…”Da qui la conseguenza che “la tecnica uke se la tira addosso da solo” e non sono io che decido di applicarla, perché se decido per poi agire, sono già fuori tempo. Io ho la possibilità di sbagliare, con una decisione che sia “fuori tempo”, perché fuori dal fulcro significativo della situazione e della dinamica, in quel dato momento”…
…”A guardare i diversi praticanti d’aikido, le loro disparate motivazioni e le diverse opportunità di approccio, mi chiedo se il messaggio di O-sensei avesse una peculiarità, alla quale nessun praticante d’aikido, che volesse dirsi tale, non poteva assolutamente sottrarsi.”…
…”La maggior parte dei docenti che più o meno conosco, fa riferimento alle armi, ma con intensità e fonti assolutamente diverse. Lo studio delle armi viene presentato, conferendogli un peso più o meno rilevante, nella pratica di ciò che principalmente si concepisce come aikido, appunto il tai jitsu”…
…”Sicuramente l’odore non è dei migliori, ma è un odore che puzza di buono, di vero. Si sente il profumo di kimoni sudati, di docce ancora bagnate, di tatami calpestati, di mani sfregate, di corpi accaldati, di piedi doloranti e di tanto, tanto rispetto. Si, un rispetto che fa onore al genere umano; tutti rispettano tutto.”….
…”Senza indugiare mi porse il polso dicendomi di afferrarlo con la mano speculare e con tutta la forza disponibile. Lo afferrai, e cercando di mettere in pratica i principi di cedevolezza acquisiti nel mio Dojo di appartenenza, assecondai i movimenti del suo braccio non liberandolo dalla presa”….
Musashi può esser definito benissimo il Via col vento giapponese. Scritto da Eiji Yoshikawa (1892-1962), uno dei più prolifici e più amati fra gli scrittori del Giappone; è un lungo romanzo che apparve per la prima volta a puntate fra il 1935 e il 1939, sull’Asahi Shimbun, il più diffuso e prestigioso giornale nipponico.
La purificazione veniva utilizzata, e ancora oggi così avviene per acquietare lo spirito, raggiungere il divino, allontanare ogni malizia, egoismo e cattiveria
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