In questo caso è chiaro a tutti che l’applicabilità dell’addestramento deriva da fattori soggettivi e dalle circostanze degli eventi. Mi chiedo, piuttosto, perché alle arti marziali, non solo da parte dei profani ma talvolta degli stessi praticanti, si richieda un’applicabilità assoluta, una mitica efficacia in tutte le più varie situazioni di conflitto….
Quando scoppia una situazione di conflitto, ovviamente il controllo di sé è fondamentale per la gestione e la risoluzione di tale conflitto. Evitare di farsi prendere dal panico e mantenere la giusta lucidità sono universalmente considerati fattori decisivi per uscire quantomeno indenni, se non vittoriosi, da ogni situazione del genere, non solo nello scontro bellico…
possiamo riferirci ad un esempio dei più classici ed a noi più familiari, quali quello della guida dell’automobile, poiché essa comporta una serie di automatismi tipici dei comportamenti iper-appresi. Durante la guida non esiste un controllo puntuale di tutti i parametri che intervengono nell’azione e la nostra attenzione può essere completamente volta ad altro, per esempio ad una discussione molto articolata con il nostro vicino di viaggio
Tuttavia l’insegnante deve essere chiaro e aiutare l’allievo a capire ciò che fa e perché lo fa. La pratica “misteriosa” del “fai fai e poi capirai” ormai è morta. Le persone oggi sono più sveglie, e vanno trattate come tali. Bisogna dare loro le risposte a livello teorico al massimo, mentre i risultati con la pratica arrivano dopo….
Quando qualcuno ti attacca e pensi alla tecnica, stai prendendo ciò che hai appreso (memoria) nel passato per creare il tuo futuro. Hai la visione passata della tecnica che ti hanno insegnato, fusa con l’immagine del tuo uke (compagno di allenamento) che andrà giù in quel determinato modo. Il presente non esiste, e tu sei condizionato….
In un “esperimento” passato, è stato chiesto a praticanti/insegnanti di diverse scuole con ormai una grande esperienza alle spalle e un altrettanto grado alto, di cercare di adattarsi su attacchi di vario genere, quindi “a sorpresa” senza necessariamente costruire una tecnica….
La storia del corpo è in sé è la storia di un fraintendimento. Probabilmente se non lo si fosse frainteso, non lo si nominerebbe affatto. Il corpo è un ente che, nei termini stessi in cui lo si pronuncia, non trova una sua collocazione ontologica e nomina di volta in volta un frammento ed un fraintendimento. Il corpo, che si identifica con l’uomo, il corpo che l’uomo è, pure si presta a tracciare la mappa della sua reificazione…
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