OUTRAGE di Takeshi Kitano

Ed ecco l’ultimo film di Takeshi Kitano. Ed ecco il primo film di Takeshi Kitano che recensisco nonostante li abbia visti già tutti.
Il boss della più grande associazione mafiosa del Kanto, Sekiuchi, convoca un summit di tutte le cosche affiliate. Attraverso il suo luogotenente Kato e uno dei suoi più fedeli seguaci, Ikemoto, intende rimettere in riga una cosca indipendente, i Murase, colpevoli di disturbare i traffici della grande organizzazione. Il capo, per l’appunto il signor Murase, ha stipulato in passato un patto di sangue in carcere con lo stesso Ikemoto, il quale si trova molto in difficoltà a mettere in pratica personalmente l’ordine del grande capo e si rivolge a sua volta ad uno dei suoi affiliati minori, Otomo, a capo di una banda molto violenta. Otomo (interpretato da Takeshi Kitano che appare sullo schermo con il suo solito soprannome d’arte “Beat Takeshi”) e i suoi eseguono gli ordini senza battere ciglio e con la loro solita cinica violenza: Ikemoto intanto agisce nell’ombra, da un lato istigando e commissionando le violenze e dall’altra fingendosi non responsabile di tali misfatti gli occhi del boss Murase. Sekiuchi intanto dall’alto continua a muovere i fili delle sue marionette a loro stessa insaputa commissionando omicidi ed azioni atte a portare il caos nel panorama mafioso dell’intera zona, con lo scopo di portare le cosche minori all’auto distruzione. Si scatena così una guerra senza esclusione di colpi.
Finito il periodo di crisi artistica, padre di una controversa trilogia cinematografica introspettiva e sperimentale, Kitano ritorna nella scena (iscrivendosi in concorso a Cannes, cosa che non accadeva dal 1999, quando presentò 菊次郎の夏(Kikujirō no natsu), titolo Italiano “L’Estate Di Kikujiro”) muovendosi agevolmente in un genere a lui caro e nella realizzazione del quale dichiara di avere del talento: il genere Yakuza.
Kitano gira e monta personalmente un film concitato ma dall’incedere un pò incerto, lasciando quà e là la sua impronta, come la macabra comicità di alcune scene, e la ghiotta fantasia del far morire i suoi personaggi nelle maniere davvero più disparate Ma se vi aspettate il solito film di Yakuza, quello dei valori medioevali, dell’onore e della fratellanza, delle vite distrutte di giovani eroi gangster rimarrete a bocca asciutta: per Kitano oramai la Yakuza è diventata un’associazione d’affari guidata a boss vili e senza scrupoli, traditori e bugiardi generali di piccole armate di giovani destinati ad essere carne da macello. E’ un gioco allo sterminio ed il destino degli sfortunati giocatori di questa partita è quello di soccombere, per venire sostituiti solo da altri sfigati che faranno la stessa fine, oppure di salvare la pelle facendosi arrestare proprio quando l’avversario li sta per sterminare. Il tutto sotto gli occhi di poliziotti corrotti e conniventi che come arbitri dettano le regole del gioco, chiaramente piegate a favore di chi paga di più.
Manca come l’aria l’impronta di Joe Hisaishi nella colonna sonora, sostituito da Keiichi Suzuki, già autore delle musiche di Zatoichi, sempre di Kitano, del 2003.

 Nicola Cassa

アウトレイジ (Autoreiji – Outrage)
Giappone, 2010. Regia di Takeshi Kitano
Pubblicato da nicolacassa



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