Kenjutsu: tradizione e moderna metodologia

“Quando si studia la Via giapponese della Spada, ci si avvicina a qualcosa che ha più di mille anni di ricerca. E non solo ricerca astratta – si studiano I risultati di una ricerca pratica.”

Simili affermazioni sono frequenti nella maggior parte delle scuole di spada. Ma quando si pongono domande del tipo “Chi ha fatto questo, dove e quando?,” sono pochissimi gli istruttori che sono in grado di fornire risposte soddisfacenti. Il problema sta nel fatto che i giapponesi non sono mai stati dei grandi storici: tendono a registrare nomi e luoghi e una enorme serie di poemi astratti e poco altro, e questo cominciò per il kenjutsu ryu solo durante l’era Tokugawa. Questo é dovuto, senza dubbio, alla natura della lingua, vaga e indistinta, così informazioni sulle tecniche fisiche della scherma giapponese fino a più o meno 100 anni fà, vanno dal poverissimo al non esistente.  Stando così le cose, é possibile sistemare una tecnica moderna nella sua vera prospettiva storica? Possiamo dire con certezza “Questa tecnica é stata creata da questa persona”? Probabilmente no, ma combinando le storie leggendarie con alcuni elementi certi, come per esempio il tipo di spada usato, possiamo azzardare alcune ipotesi. Allora guardiamo alcune leggende e alcuni fatti e vediamo a cosa ci possono portare…  Secondo la leggenda, Yamato Takeru-no-mikoto, figlio dell’Imperatore Keikô (71–130 d.c.), creò le Tre Attitudini jôdan, chûdan e gedan kamae (alta, media a bassa guardia) e le Tre Strategie ten-chi-jin (cielo, terra uomo). Queste sono conosciute come il Sandan-no-kurai. Si evince da queste date che queste tecniche usavano la vecchia spada dritta stile cinese: la lama curva non fu usata largamente se non dopo il decimo secolo. Anche la Tsuka di questo tipo di spada era abbastanza corta. E` improbabile che sia la postura che le strategie siano simili a quelle che conosciamo oggi. Comunque é un inizio.  Il primo esercito nazionale fu creato dall’Imperatore Tenmu nell’anno 690 e ogni soldato doveva provvedere e munirsi di un arco con 50 frecce e due spade. Il sistema di caste era già in uso e le persone ricche abbastanza da possedere un cavallo venivano assegnate alla cavalleria come ufficiali, mentre I meno abbienti andavano alla fanteria. Non si sa molto sulle tecniche usate in quel periodo ma uno studio delle armi e delle armature ci può dare alcuni indizi importanti. Per la cavalleria in armatura pesante, l’unica cosa che sembra poter funzionare con una spada (contro un altro spadaccino) é la classica tecnica di impugnare la spada a due mani e colpire alla gola. Siccome i soldati a piedi vestivano armature più leggere e la spada lunga era portata all’altezza della cintura a tracolla, con la lama verso il basso si può supporre che lo Iai-kata moderno conosciuto come Kesa=giri fu probabilmente creato durante questo periodo.  Il Butôkukan, un istituto per l’allenamento nelle arti marziali, fu fondato il 5 maggio 818 e, sebbene si occupasse principalmente di arcieri a cavallo e di tattica militare, é, quanto meno, dubbio che il bushi passasse tutto il suo tempo a cavallo ed in armatura. Dobbiamo presupporre che, quanto meno, fosse insegnata una rudimentale metodologia di combattimento uomo ad uomo con la spada.  C’é un punto che viene troppo spesso trascurato: la thachi non era la sola arma che il Bushi portava. Molti dimenticano che spesso con la Tachi si portava la Kodachi – più o meno una chisa/katana senza tsuba. Per cui, essendo i soldati che stazionavano a Kyoto fondamentalmente delle guardie, é molto probabile che qualche forma di Iai-nuki con la kodachi fosse stata sviluppata in quel periodo. Una possibile conferma a quest’ipotesi nel fatto che, sebbene molto libri moderni dicono che Hayashizaki Shigenobu (c.1600) fondò lo iai-nuki, lo Honchô Bugei Shôden, scritto nel 1714, dice che Shigenobu fu responsabile della rinascita dello iai. In altre parole, prima del 1600 l’arte dello Iai era stata creata e poi era scomparsa. Possiamo ancor di più ora supporre che fosse stata creata durante il periodo nel quale si portavano tachi e kodachi. Il Kuramadera, un tempio a Kyôto fondato nell’anno 796, spicca preminente in molte storie di scherma, era famoso per gli insegnamenti di Kyô Hachi-ryû , gli Otto Stili di Kyôto, conosciuto anche come gli Otto Stili Orientali, che erano: Kiichi-ryû, Hôgan-ryû, Kyô-ryû, Suwa-ryû, Yoshioka-ryû, Yoshitsune-ryû e Kurama-ryû. (Il nome dell’ottavo stile é sconosciuto e anche i sette nomi conosciuti sono spesso contestati). Sebbene secondo la leggenda ai monaci del tempio fosse stato proprio Horikawa Kiichi ad insegnare, é probabile che il termine Otto Stili fosse semplicemente un tentativo di donare prestigio e antichità ai loro insegnamenti facendo riferimento alla storia mitologica di Susano-o-mikoto che uccise il drago dalle otto teste Yamato-no-orochi con una spada. Sebbene i particolari di ciò che si insegnava siano sconosciuti, questa storia mette l’accento su un’altra questione spesso sottovalutata: gli yamabushi, preti dei templi delle montagne, giocarono una parte molto importante nello sviluppo del kenjutsu. Siccome erano monaci e non cavalieri in armatura, dipendevano dalla spada molto più dei bushi di quel periodo. Si pensa che la leggenda di un samurai che impara il kenjutsu da un tengu (spirito) come nella famosa storia di Minamoto Yoshitune sia in realtà riferita a uno yamabushi di un tempio come il Kuramadera. Secondo la leggenda, Minamoto Mutsu-no-kami Yoshiie (1041–1108), conosciuto anche come Hachiman Tarô, aggiunse le strategie di Inyô-hô (Yin e Yang), con le attitudini ad esse associate di destra e sinistra waki-gamae, al Sandan-no-kurai. Ciò era conosciuto come Godan-no-kurai. Ancora, come nel caso del Sandan-no-kurai, siccome le spade erano piuttosto lunghe, molto curve e con una tsuka molto piccola é improbabile che le tecniche fossero simili a quelle che vediamo oggi. Comunque l’uso di una postura laterale facilita molto i movimenti rotatori così é possibile che Inyô-hô possa riferirsi ad alcuni principi di entrata, tipo suigetsu, come l’Irimi-no-tachi della Yamate-ryû. Questa potrebbe essere anche le fonte del hitotsu-no-tachi di Tsukahara Bokuden, che si basa su una risposta speculare (in e yô).

Un Riassunto
Si può dividere l’uso della spada nel tempo antico secondo le seguenti categorie:
1) Per decapitare un nemico dopo che era stato ferito o ucciso con altre armi. Un taglio praticato con una sola mano, tipo lo hiki-giri, é un modo semplice di svolgere questo compito.
2) Da guerrieri a cavallo contro Ezo poco armati o soldati di fanteria. La tecnica era probabilmente un pò differente dall’uso della sciabola nella cavalleria occidentale.
3) Durante scontri tra fanti, specialmente nelle molte battaglie tra samurai e guerrieri monaci dei templi delle montagne. Siccome nessuno di questi due gruppi indossava elmi le tecniche potrebbero essere molto vicine a quelle che vediamo oggi (kiri-oroshi e kesa-giri) più di quelle tecniche di spada di guerrieri a cavallo. Una possibile conferma potrebbe essere l’uso della parola kesa, presa dall’abito dei monaci buddisti, per descrivere un taglio diagonale.
4) Da guardie di palazzo. Spesso in spazi stretti e frequentemente inaspettati, questi scontri potrebbero aver dato nascita allo iai.

E` importante notare che la spada non era l’arma preferita sul campo di battaglia. Nonostante la pretesa antichità di molti ryu, lo yari era spesso preferito per i combattimenti uomo a uomo e la maggioranza dei vecchi ryu insegnava l’uso di quest’arma. Per esempio, Tsukahara Bokuden combattè 9 battaglie e uccise 21 uomini usando la lancia; Arima Kenshin combattè 23 battaglie e uccise 73 uomini usando la lancia. Altri famosi spadaccini come Kamiizumi Ise-no-kami, Yagyû Muneyoshi e Ono Tadaaki, erano ugualmente noti per la loro abilità con la lancia.

In conflitto con questa scelta pratica della lancia sulla spada c’é il fatto che la spada, sin dai tempi più antichi, é stata uno dei tre simboli regali del Giappone e il simbolo dell’autorità divina dell’Imperatore. L’abilità con la spada, di conseguenza, era vista più che semplicemente un metodo di combattimento ma forniva un collegamento diretto tra il guerriero, l’Imperatore e le figure mitiche del passato del Giappone.

Questo ci lascia con tre inevitabili conclusioni che riguardano l’antica scherma:
1) La spada, tradizionalmente, era un’arma di riserva ed era usata (sul campo di battaglia) solo quando le altre armi fallivano e l’allenamento deve essere stato minimo, molto al di sotto di quello con arco e lancia.
2) A causa della natura dell’arma e delle situazioni nelle quali era usata, le tecniche, probabilmente hanno poca somiglianza con quelle del periodo moderno.
3) Il grande sviluppo nell’arte si deve, senza dubbio, agli sforzi di poveri fanti e monaci guerrieri piuttosto che ai superiori samurai.

La Tradizione Moderna
Il tardo XVI e l’inizio del XVII secolo hanno testimoniato un’autentica esplosione del kenjutsu. Probabilmente il 95% dei ryu che sono esistiti é stato fondato tra il 1600 ed il 1650. Questo fu anche un periodo di enorme ricerca nella teoria e nella tecnica della scherma. Il singolo fattore più importante per la crescita della popolarità del kenjutsu era sociologico. Durante il Tokugawa Bakufu, i samurai erano la classe sociale dominante, raramente indossavano un’armatura ed era a loro richiesto di indossare una spada come simbolo d’autorità.  C’era anche la questione di come dovesse essere portata la spada. Una tachi era difficile da indossare perché I nodi della fune che la tenevano all’armatura erano complessi. Durante il periodo Tokugawa, comunque, ci voleva un attimo per mettere la katana nell’obi e, essendo indossata vicino al corpo, un samurai ne era sempre consapevole. Alla fine c’era la spada stessa. Insieme alla creazione delle sue tecniche di iai-jutsu, Hayashizaki Shigenobu aveva incoraggiato l’uso della tsuka lunga che, combinata con la forma della lama, ne aveva fatto una superba arma per uccidere un avversario senza armatura a piedi. Questo stile e questa metodologia divennero molto popolari.  Il risultato fu che un samurai aveva sempre una spada ed era sempre circondato da altri samurai armati. Questo forniva un enorme incentivo all’allenamento e un ulteriore stimolo era dovuto alla relativa calma di quel periodo nel quale la reputazione di abilità con la spada poteva portare a risultati importanti in politica con i conseguenti benefici economici che ne derivavano.
Per cui frequentare un kenjutsu ryû, o diventare bravo abbastanza da fondarne uno non era più qualcosa da fare nel tempo libero, (dopo essersi esercitati a cavallo, con l’arco e con la lancia) era semplicemente una questione di sopravvivenza sulla strada.
La questione per I Maestri di scherma era ora “Avendo questo nuovo ryu, come lo rendo popolare abbastanza da attrarre molti studenti?” La risposta era l’età. I giapponesi sono differenti dagli altri orientali ed hanno uno straordinario rispetto per le cose antiche. I fondatori di ryu riconobbero il vantaggio di cercare di far risalire I loro insegnamenti ad alcune delle figure amate della storia, Minamoto Yoshitsune. Facendo così, oltre ad acquisire lo status di un nome famoso guadagnavano il prestigio dell’età. Dopo tutto, se una scuola esiste da 500 anni deve essere buona, no? E c’é anche un altro vantaggio, storie del attuale fondatore del ryu erano abbellite dalla presenza di figure mitiche come il Tengu. Se combinate con l’abilità di questi maestri, queste leggende potevano trasformare una piccola organizzazione familiare in un istituzione nazionale, le scuole Yagyû e Ittô ne sono un esempio perfetto.
Anche se molti ryu moderni nati dopo il 1600 tentarono di crearsi un’aura di nobiltà, un semplice studio delle loro tecniche rivela innumerevoli contraddizioni. Per esempio:
1) Molti ryû insegnano naginata e affermano di essere stati fondati da famose figure storiche… ma la naginata era usata prevalentemente da samurai di basso rango.
2) Molti kata iniziano da seiza. Il seiza non divenne il modo standard di sedere fino all’influenza del reishiki Ogasawara nel XVII secolo.
3) La maggior parte dei kata di iaido erano eseguiti con una spada lunga da seduti… la spada lunga non si indossava da seduti.
4) Alcuni ryu focalizzano I colpi in quei punti del corpo che non erano protetti dall’armatura ma usano una katana… una tachi si indossava con l’armatura.
5) Alcune scuole focalizzano attacchi di taglio al tronco e affermano di avere centinaia di anni… fino alla pace dell’era Tokugawa, anche I più poveri fanti indossavano un’armatura sul petto chiamata dômaru.

Si deve semplicemente accettare le leggende del kenjutsu esattamente per quello che sono: leggende, possibilmente con un granello di realtà nascosto da qualche parte.
Per cui, ritornando alla questione originale, quanto sono antiche le tecniche di kenjutsu? Per la maggior parte trecento anni, con alcune tecniche un centinaio d’anni più vecchie e, forse, una manciata di principi di base che datano intorno al X secolo. E chi le ha create? Chi lo sa… e nella maggior parte dei casi, i waza originali furono indubbiamente scoperte per caso da poveri contadini e rimasero inutilizzate finché furono usate da qualcuno famoso. (molti dicono, per esempio, che la hitotsu-no-tachi di Tsukahara Bokuden fosse stata in effetti creata da Matsumoto Bizen-no-kami.)
Ma é importante? C’é un motivo logico per credere che una tecnica di 900 anni sia meglio di una di 200, o che una tecnica creata da un Daymo sia migliore di una creata da un ashigaru, o che una tecnica attribuita ad una persona famosa sia migliore di una creata da uno sconosciuto?  Mentre é vero che per uno storico i nomi, le date, I luoghi siano molto importanti, per una persona che segua la Via della Spada, la sola cosa importante, é che la tecnica funzioni!

di Fredrick Lovret



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