Tuttavia l’insegnante deve essere chiaro e aiutare l’allievo a capire ciò che fa e perché lo fa. La pratica “misteriosa” del “fai fai e poi capirai” ormai è morta. Le persone oggi sono più sveglie, e vanno trattate come tali. Bisogna dare loro le risposte a livello teorico al massimo, mentre i risultati con la pratica arrivano dopo….
Quando qualcuno ti attacca e pensi alla tecnica, stai prendendo ciò che hai appreso (memoria) nel passato per creare il tuo futuro. Hai la visione passata della tecnica che ti hanno insegnato, fusa con l’immagine del tuo uke (compagno di allenamento) che andrà giù in quel determinato modo. Il presente non esiste, e tu sei condizionato….
Penso che sia essenziale distinguere tra una persona, naturalmente forte, ma che utilizza la sua potenza senza lavorare con la forza, ed una che fonda la sua pratica “solo” sulla propria forza.
Oltre al fatto che sarebbe inaccettabile per la propria progressione tecnica, la quale sarebbe impedita da questo “tradursi in applicazione della forza”….
Quando mi iscrissi al dojo avevo vent’anni. O-Sensei ne aveva sessantasette circa, una differenza di quasi quarantasette anni. Ma mi proiettava facilmente, non importava con quanta forza io l’attaccassi. Da questo punto di vista non sembrava ci fosse alcuna differenza di età….
Insegnante professionista dell’Aikikai Francoforte, oggi Seishinkai, laureato in filosofia, allievo di C.Tissier fino a 5th dan, oggi studente al tempio di Kashima. Lavora un sistema di budo chiamato appunto “Seishinkai”, dove sviluppa l’Aikido secondo le basi di Tissier Shihan, il Kenjutsu Kashima style secondo Inaba Sensei, una forma di Jojutsu derivata dal Kashima e da lui catalogata e un approccio Aiki alle meccaniche di difesa personale…
…” video intervista al m° Pascal Guillemin, 5th dan, uchideshi di C.Tissier Shihan, girato a Napoli alla fine del suo solito stage annuale”…
Li faccio provare, li faccio preparare. Ci vogliono otto mesi per prepararsi, così possono farsi coinvolgere e comprendere il personaggio e sviluppare un interesse per la propria recitazione. Ci vuole del tempo per sviluppare un personaggio
Micheline Tissier Vaillant è una delle massime esperte francesi di Aikido. Il mondo specialistico delle arti marziali, le ha già ripetutamente tributato gli onori della cronaca e non vi è certo bisogno di questo contributo per esaltarne ulteriormente il valore tecnico. Ma è al di fuori di quel settore che è interessante conoscere un personaggio così denso di qualità…
Quando avevo 30 anni mi lussai la spalla destra. Questo evento mi portò ad un cambiamento nei confronti dell’ Aikido. Ero in questa condizione quando Seigo Yamaguchi sensei mi disse: “Sono 10 anni che fai Aikido, ma ora devi solo usare il braccio sinistro. Cosa hai intenzione di fare adesso?” ….
L’aikido è un’arte marziale. Indifferentemente da quanto uno sia bravo nello judo, se prende in mano una spada da kendo e si fa battere da un principiante, non è un Budoka ma soltanto un judoka. Perfine il campione giapponese di kendo, se si mette un judogi e si fa sbattere a terra da un principiante, non è un Budoka ma solamente un kendoka. O Sensei, il Fondatore, diceva : “ciò non è buono”. Tutto è uno, è un insieme…
Quando sono arrivato in Giappone, non avevo alcuna idea a cosa potesse somigliare: non conoscevo nessuno laggiù! Sono arrivato Yokohama alle tre del pomeriggio e mi sono immediatamente recato all’Hombu dojo. Alle sette sono andato al corso e ho praticato (penso che fosse Saotome a gestire il corso). Dopo il corso, ho dormito fuori su di un banco…
Ho dimenticato il nome del mio maestro; ma ricorderò sempre che una volta mi disse: “Quando avevo 13 anni partecipai alla famosa battaglia di Ueno. Guardati! Hai dodici anni, vero? Che cosa ti aspetti, debole come sei, di essere abile di maneggiare la tua spada l’anno prossimo?…
O-Sensei e il M° Yamaguchi non potevano spiegare ciò che facevano. Davano dei suggerimenti, che purtroppo pochi potevano comprendere. Io sono giunto ad una realizzazione personale dopo tanti anni di pratica di Aikido e Kashima Ryu…
La base è l’insegnamento della Pratica del KI. Successivamente si deve praticare nella vita quotidiana, questa è l’unica via; ma è alquanto difficile. Il motivo per cui io insegno il ki aikido, è legato al fatto che noi usiamo i principi del KI per la pratica dell’arte marziale fisica aikido, così la gente ha un buon esercizio e questa pratica può essere integrata nella vita quotidiana più facilmente….
In Aikido non esiste assolutamente primo attacco. Attaccare vuol dire essere già stati sconfitti nello spirito. In accordo col principio di non resistenza, non ci opponiamo all’ attaccante. Quindi, si potrebbe dire che in Aikido non esiste avversario….
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