L’obiettivo principale di questo studio è analizzare come il vuoto sia elemento fondamentale nella pratica dell’aikido. Attraverso un’analisi del ruolo del vuoto nell’estetica giapponese e in una delle forme d’arte di tale cultura, la cerimonia del tè, si giungerà a chiarire quali forme del vuoto “sperimenta”, “esperisce” e addirittura “usa” il praticante di aikido.
Chi pratica arti marziali sa bene, in generale, cosa sia un kata: è quella forma, quello schema motorio fissato in anticipo, che consente sostanzialmente di esercitarsi ed apprendere una tecnica o un insieme di tecniche di attacco e/o di difesa. Esistono kata elementari, per l’apprendimento iniziale, e kata via via più complessi e anche più difficili da memorizzare…
Il grado aikikai dovrebbe sancire un percorso compiuto con uno shihan e da questi riconosciuto, comprarlo con raggiri di corridoio significa truccare la partita, svuotare di significato ogni cosa, manipolare il mercato, orientare con la frode le nuove leve, dare ad un baro…
Siamo un po’ stanchi di gente che alla domanda se l’Aikido sia o meno un’arte marziale, ci risponde spiegandoci l’inutilità del combattimento.
L’Aikido è un’arte marziale?
Prevede una risposta sola.
Si. O No.
Come la vedo io?
L’Aikido è un’arte marziale a tutti gli effetti….
In questo caso è chiaro a tutti che l’applicabilità dell’addestramento deriva da fattori soggettivi e dalle circostanze degli eventi. Mi chiedo, piuttosto, perché alle arti marziali, non solo da parte dei profani ma talvolta degli stessi praticanti, si richieda un’applicabilità assoluta, una mitica efficacia in tutte le più varie situazioni di conflitto….
In un “esperimento” passato, è stato chiesto a praticanti/insegnanti di diverse scuole con ormai una grande esperienza alle spalle e un altrettanto grado alto, di cercare di adattarsi su attacchi di vario genere, quindi “a sorpresa” senza necessariamente costruire una tecnica….
La storia del corpo è in sé è la storia di un fraintendimento. Probabilmente se non lo si fosse frainteso, non lo si nominerebbe affatto. Il corpo è un ente che, nei termini stessi in cui lo si pronuncia, non trova una sua collocazione ontologica e nomina di volta in volta un frammento ed un fraintendimento. Il corpo, che si identifica con l’uomo, il corpo che l’uomo è, pure si presta a tracciare la mappa della sua reificazione…
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“Ogni membro del gruppo è responsabile per la sua parte di lavoro, in quanto il risultato di ciascuno è importante per il risultato del gruppo. Ciò rende i partecipanti dipendenti gli uni dagli altri; solo lo scambio e la condivisione di risorse personali e disponibilità ad apprendere consente di raggiungere l’obiettivo”
Sono sempre più convinto che anche nell’aikido occorrerebbe fare uno sforzo per individuare il nocciolo duro della disciplina, “che non sta nelle forme o nei sistemi di allenamento privilegiati da quella scuola o quel maestro, ma nei principi, che dovrebbero essere il linguaggio di base accettato da tutti i praticanti….
Apprendimento tecnico, perfezionamento tecnico, destrutturazione sono i tre capitoli principali che dovrebbero caratterizzare un processo formativo. I primi due sono più o meno curati in tutte le organizzazione. Manca il terzo, manca la struttura e la didattica della destrutturazione…
I veri guerrieri, infatti, sono quelli che riescono ad accettare l’idea della sofferenza, l’idea del rischio, l’idea dell’altro, sono quelli che riescono ad accettare se stessi attraverso gli altri, compito che non sempre necessita l’uso di un abito specifico quale il kimono; chi è superiore sceglie di essere tale, sceglie di non reagire di fronte ad una provocazione…
È normale, dopo alcuni anni di pratica dell’Aikido, porsi alcune domande. Questioni, ad esempio, sul rapporto tra l’aikido e le arti da cui discende o sulla sua relazione con le altre discipline di combattimento ancora oggi praticate. …
Quando ci volgiamo verso il profondo, quando riflettiamo filosoficamente, quando ci interroghiamo sull’intangibile, è importante prioritariamente conoscere noi stessi, prima eventualmente di convertirci a qualche visione esotica ed entusiasmante. Se l’avremo fatto, allora con cognizione di causa apprezzeremo e faremo buon uso di quella visione esotica, contestualizzandola correttamente….
Randori del m° Fabio Branno
Qualche passaggio a cavallo tra AikiJo e Jojutsu al fine di allenare lo spirito delle armi
Allora, volendo dare uno sprazzo, mi cimenterò, sveglio come sono dalle tre del mattino, ancora in un’arte di cui la mia interlocutrice è maestra: resoconterò favoleggiando, come nello stile del romanzo storico, in modo che alla fine non si sappia quanto sia vera la storia, quanto la favola…
…il ricorso alla terminologia tecnica ha una forte componente di legittimazione ed è in grado di disorientare, alla maniera del latino usato dal buon Don Abbondio. Sicché si ripete a iosa un termine il cui vero significato sfugge…
Prima di tutto bisogna imparare a rendersi conto della presenza di una emozione negativa, di uno stato di emergenza o di un pensiero responsabile, senza sentirsi in colpa e senza reprimerli ma invece esprimendoli per prenderne le distanze, per combatterli e neutralizzarli o attenuarne almeno l’intensità, agendo: sia sul piano oggettivo dell’incontro con i fatti negativi della vita…
“….Ma secondo molti Maestri delle antiche arti marziali, non esistevano forme di combattimento per competizione essendo questo uno sviluppo moderno, con il Judo Shiai ed il Karate Kumite che sono stati sviluppati nel ventesimo secolo…”
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