Auguri per il Nuovo Anno…

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Cucciolo di Akita in una camera a gas

La redazione di Aikido e Dintorni Magazine fa a tutti i migliori Auguri per le Feste di Natale e per il Nuovo Anno.  Con gli auguri vogliamo condividere un pensiero ed una speranza: che vengano superati i luoghi comuni e le false immagini… che  la curiosità intellettuale , la propria visione del mondo, il senso critico abbiano  la meglio…sul tatami….e fuori..e che finalmente si trovi il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome….

I giapponesi non amano i cani
Il 90% circa di randagi e cani invenduti nei negozi, tutti quelli sprovvisti di pedigree, quelli smarriti e non reclamati, quelli abbandonati, gatti inclusi, vengono uccisi nelle camere a gas. Sì, avete capito bene, nell’ (in)civilissimo Giappone, si uccidono, oltre le balene (10.000 esemplari negli ultimi anni) da 200.000 a 300.000 cani e gatti all’anno, con il gas CO2. Le camere a gas o dream machine e le dream box, non provocano una morte immediata e gli animali soffrono maledettamente. Sono considerati solo “bestiacce” poiché trattasi di randagi, cani senza pedigree, con qualche difetto, o esemplari troppo vecchi per trovare un acquirente. Superati i sei mesi di età per il negoziante è come se il cane fosse merce scaduta.Il Giappone tiene molto a questa patina di ordine e pulizia, quanto mai fittizia, non esiste il concetto di canile o rifugio e lo Stato non può o non vuole permettersi di mantenere i trovatelli e attuare procedure di sterilizzazione per contenere le nascite. A parte i furgoni con le dream box, che girano per le strade, esistono apposite strutture, chiamate hokenjos, dove i cani transitano prima di essere uccisi. A Chiba, a 50 miglia da Tokyo, un intero piano di un edificio composto da sei camere con pareti in acciaio inox, funge da braccio della morte per almeno 30 cani. Un impiegato aziona il gas che viene pompato nella struttura d’acciaio, il veleno si diffonde e i cani cercano invano di uscire, zampettando contro i vetri del portellone.Le urla e i rantoli strazianti via via si affievoliscono e quando smettono di abbaiare, è sopraggiunta la morte, una liberazione per le povere creature. L’agonia dura oltre 20 minuti, i cani più piccoli e i gatti impiegano di più a morire, poiché il gas fa più fatica a penetrare nei loro piccoli corpi. Dopo vengono portati in un’inceneritore, il calore a 600° C li trasforma rapidamente in cenere, che viene posta in barattoli di plastica bianchi etichettati come rifiuti industriali. Il sistema costa allo stato 78 yen ad animale (al cambio circa € 0,60), mentre l’iniezione letale avrebbe un prezzo notevolmente superiore.

Queste camere a gas furono inventate dagli scienziati giapponesi. Eppure il loro credo, il buddismo, predica la sacralità di ogni forma vivente. È noto che i moderni allevatori giapponesi, padri e cultori della razza Akita, ricercando la perfezione siano propensi a uccidere gli esemplari che alla nascita non presentino tutti i famosi e decantati standard della razza. Comportamento esecrabile, certo, ma alimentato dalla continua richiesta di cani che dopo il film hanno peraltro triplicato il loro costo. Ciò ha di fatto incrementato il commercio illegale fra l’Italia e i Paesi dell’Est europeo, che esportano cuccioli non ancora svezzati, ammalati, privi di qualunque controllo sanitario, i quali viaggiano per giorni stipati nei bagagliai di auto o nascosti nei camion. Verranno venduti a circa cento euro a negozianti e allevatori senza scrupoli, che li rivenderanno (sempre che sopravvivano) a ignari avventori oltre mille euro.Alcune persone considerano il cane di razza uno status symbol, da esibire agli amici, dimenticando che crescerà e moltiplicherà le proprie esigenze… basta guardarsi intorno o leggere ciò che scrivono… per non parlare delle esposizioni, le sfilate, i concorsi di bellezza, in cui è palpabile l’ego smisurato del padrone che costringe il suo compagno a uno stress non indifferente.

I costi veterinari e di mantenimento non sono alla portata di tutti, poi adesso è facile incolpare la crisi o la perdita del lavoro e ciò costituisce un alibi all’abbandono del proprio cane perché diventato troppo oneroso. Riescono addirittura a rimuovere il microchip per non essere identificati!…

Pensateci la prossima volta che vi ostinerete a cercare un Akita dal pedigree altisonante in qualche famoso allevamento e magari ripensate alla  foto del post, quella del cucciolo di Akita dagli occhi tristi che attende di essere ucciso nella camera a gas. Meglio sarebbe visitare canili e rifugi della vostra città, i cui ospiti sono davvero di ogni razza ed età o sentire col passaparola amici e conoscenti.



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