12- V kyu, riflessioni sull’Aikido: Il maestro una guida nella vita
È importante, se non fondamentale, lasciarsi guidare dal maestro senza indugiare e lasciar si che il suo insegnamento ci porti ad intendere il vero significato dell’Aikido. Questo è valido non solo per quanto riguarda l’Aikido, ma è altrettanto valido per tutte le discipline marziali degni di questo nome.
La natura di quest’arte non è affatto violenta, quindi un maestro che durante i suoi insegnamenti incita alla violenza, secondo il mio modesto parere, è da considerare poco affidabile. La figura del maestro esiste da quando esistono le arti marziali. Nell’insegnamento quindi si tratta di trovare una propria personalità, un giusto equilibrio, evitando di assumere comportamenti che imitano apertamente i maestri giapponesi e nello stesso tempo cercando di non cadere nell’atteggiamento opposto, volendo a tutti i costi modificare ciò che è immodificabile. Non credo che l’insegnamento sia una conseguenza naturale del conseguimento di un grado, o del raggiungimento di una consistente esperienza marziale. Per insegnare non è sufficiente la passione e l’amore per l’arte, è necessario un atto d’amore e l’assunzione di una grande responsabilità.
Il maestro è l’esempio per tutti i discepoli, ed è un esempio di forza e saggezza. Il Sensei dedica la sua vita allo studio delle arti marziali e alla scoperta della verità, educando lo spirito, cercando la vera essenza delle arti marziali. È fondamentale seguire ed apprendere tutto ciò che il maestro ci spieghi, perché il Sensei è colui che è padrone dell’arte, ed è l’unico che è in grado di esprimerla con una grande serietà professionale. È importante che ci trasmetti tutte le sue conoscenze ed esperienze. La figura del maestro deve essere un punto di riferimento per tutti, una persona al di fuori del normale. Il maestro è l’unione di forza e umiltà, di determinazione e pazienza, di giustizia e di tolleranza. Requisito essenziale del Sensei è la maturità, e nel campo delle arti marziali, la maturità si può ottenere soltanto con il tempo e quindi una lunga esperienza di pratica. Il maestro deve essere superiore ad ogni difficoltà ed ad ogni dualismo verificatosi sul tatami. L’insegnamento è fondamentale perché è l’unico mezzo con cui si tramanda negli anni la disciplina marziale, è lo spirito della sua esistenza, quindi, capiamo l’importanza della pratica.
Secondo gli orientali il maestro deve far conoscere al discepolo ciò che deve fare e come lo deve fare, ciò che è giusto e ciò è sbagliato, le regole generali alle quali ognuno deve attenersi. L’importante è rispettare sempre il principio basilare dell’Aikido. Nella pratica è importante conoscere i propri limiti piuttosto che le proprie capacità, infatti l’insegnante non dovrebbe mai avventurarsi nelle spiegazioni di tecniche che personalmente non vive come sue, egli dovrebbe essere come un punto di riferimento per i suoi allievi. La troppa convinzione di se stessi e la troppa certezza nelle proprie tecniche soffocano la crescita ed il proprio cammino; soltanto l’incertezza e il dubbio stimolano il confronto e la voglia di crescere. L’Aikido deve permettere alla nostra persona di confrontarsi con il resto del mondo, non con lo scopo di provare la propria superiorità rispetto agli altri, ma cercare uno sviluppo attraverso gli altri. Nella pratica di questa disciplina è fondamentale la correlazione che si va a cerare tra gli osservanti. A questo punto è importante ripetere che la continua crescita di un aikidoka è spesso dovuta all’accurata attenzione che gli anziani concedo ai meno esperti. Infatti la comunicazione tra praticanti è fondamentale, bisogna rendere disponibili ogni tipo di esperienza facendo parlare il corpo con poca superbia e molto altruismo. Il nostro primo obbiettivo deve essere quello del miglioramento. Senza la possibilità di un miglioramento (non esclusivamente tecnico) tutto sarebbe un inutile e vano sforzo. Praticare Aikido significa incamminarsi in una strada lunga e senza limiti, pensare di essere arrivati è la peggiore cosa che possa capitare ad un praticante perché non avrebbe più futuro.
Durante la lezione, è sicuramente importante fare riferimento alla tradizione marziale giapponese, sia perché le regole comportamentali da rispettare nel dojo sono la base educativa della pratica, sia perché questo aiuta il principiante a comprendere il significato di praticare un’arte marziale. Come ogni arte marziale, l’aikidio ha un preciso fondamento storico-culturale, che è necessario non trascurare, altrimenti si corre il rischio di non sapere più di cosa si sta trattando. Tuttavia, le origini storiche dell’Aikido non possono costituire un modello solido su cui fondarsi. Voler insegnare significa voler imparare. È fondamentale cercare negli allievi una fonte di conoscenze, infatti proprio attraverso questi il maestro ritrova se stesso e sviluppa le proprie capacità migliorando i rapporti sociali.13La miglior didattica comunque non può nascere che dall’insegnamento, la buona esperienza dell’addestramento è lo strumento più valido che ha a disposizione un insegnante. La difficoltà degli alunni nel mettere in pratica gli insegnamenti del maestro, fa riflettere l’insegnante sull’opportunità di adattare, ampliare o semplificare le spiegazioni. Attraverso l’insegnamento si cresce insieme agli allievi, i loro errori permettono di comprendere i propri e sono lo stimolo per migliorare e progredire insieme. Non dimentichiamo che l’Aikido non è soltanto la via dell’unione corpo–spirito, ma soprattutto la via dell’unità. Se lo spirito si ferma nel progredire, tutto si ferma. Lo spirito che respinge gli altri, che non sa accettare le diverse opinioni, che studia per un individuale progresso, che riporta tutto al dominio ristretto dell’ego, non può aprirsi allo stato d’unione con l’universo. Per aiutare un praticante meno dotato occorre amore e molta pazienza. Per comprendere cosa ostacola il praticante meno avanzato bisogna approfondire sempre più le proprie ricerche.
Bisogna vincere in sé lo spirito della collera, lo spirito della pigrizia, lo spirito della paura. Il più grande pericolo è l’orgoglio! Non dimentichiamo che nell’istante in cui nasce l’idea che la vostra tecnica è buona, si ferma qualsiasi progresso.