Il controllo delle emozioni
Prima di tutto bisogna imparare a rendersi conto della presenza di una emozione negativa, di uno stato di emergenza o di un pensiero responsabile, senza sentirsi in colpa e senza reprimerli ma invece esprimendoli per prenderne le distanze, per combatterli e neutralizzarli o attenuarne almeno l’intensità, agendo:
- sia sul piano oggettivo dell’incontro con i fatti negativi della vita (perchè si vivono pochi stati emozionali positivi, perchè la civiltà moderna ci costringe continuamente lontano da una vita adeguata alla nostra natura biologica e genetica: sempre vicino a persone aggressive, capi prepotenti, colleghi pronti a invadere il nostro spazio; sempre con tanti problemi da risolvere uno dopo l’altro; ecc.);
- sia su quello eventuale soggettivo di difficoltà psicologica, per un persistente pensiero automatico condizionante interno, acquisito o innato, o caratteriale.
Il controllo oggettivo
Premessa
Ponete gli amici al centro della vita
Vanno però posti al centro della vita solo quei pochi amici che più apprezzate, che più rispettate, che siano naturali e non frutto di calcoli, che diano più piacere nello stare insieme, con i quali si ha più comunanza di esperienze, reciprocità e fiducia (che assorbono la porzione più rilevante di valore emotivo positivo cioè che hanno il più alto valore di capitale sociale).
Ridete e sorridete
Ridere e sorridere di tutto è una eccellente ginnastica per la felicità (l’immunologo Lee Barker insegna che il riso, componente della vita emotiva, riduce gli ormoni dello stress, come il cortisolo, stimola il corpo a produrre endorfine naturali mentre è utile a riequilibrare le difese immunitarie dell’organismo. Ad esempio, Seligman, 1990, ritiene che l’ottimismo possa influenzare la salute mantenendo le difese immunitarie più attive). In particolare: con il riso ci si allena a non prendere le cose troppo sul serio; con la risata ci si sfoga allentando le tensioni neuromuscolari provocate da un’eccessiva accettazione delle costrizioni sociali; alcune malattie, perfino mortali, quali il cancro, possono essere ostacolate nel loro corso da un uso massiccio di semplice ed ilare comicità; la terapia del riso sembra inoltre particolarmente efficace verso i malati di affezioni psicosomatiche (la psicologa Donata Francescato sostiene che ridere e sorridere porta a rendere di più nel lavoro, nello studio e nello sport. Ci si ammala di meno, si invecchia meglio e si ha una aspettativa di vita più lunga. Ridere migliora la funzionalità del sistema respiratorio mettendo in attività un numero enorme di muscoli, ferma lo stato d’ansia, rallenta il battito cardiaco, riossigena l’organismo. Perfino il rapporto di coppia trae giovamento dall’allegria che lo mantiene vivo e lo consolida).
Tempo libero e vacanze
Disporre di opportuni momenti di “tempo libero” e “vacanze”, in cui praticare attività lontane da ogni forma di stress, orientandoli per un benessere attivo ossia verso ciò che stimola sia il corpo che la mente per arricchire la conoscenza di sè e far sentire bene fisicamente e mentalmente: gite in montagna, gite in bici, frequenza di piscine, ascolto della musica, visite alle città o ai parchi, ecc. in compagnia di persone con cui ci si sente in armonia.
Consentitevi qualche follia personale
Consentirsi qualche follia personale. Magari nel vostro privato più privato, nel bagno di casa, in camera da letto, lasciate attivare, consentite, giocate, non inibite quei comportamenti, anche strani, incomunicabili, ma che vi rassicurano, liberandovi così da quelle tensioni che altrimenti rimarrebbero incapsulate dentro.
Fate un lavoro che amate
Fare un lavoro che si ama perchè una persona che si ritrova a fare un lavoro che non ama, che lo sconvolge, a forza di sconvolgersi tutti i giorni si ammala. Se non lo avete, invece di continuare a considerare di quello attuale gli aspetti che non vi soddisfano, o a lamentarvi, caricando così di energia negativa i vostri pensieri e il vostro tempo, con grave danno per il vostro SI, imparate a visualizzare quello che vi piacerebbe e a mantenerlo, senza lasciarlo cadere come irrealizzabile, in modo che se diventasse reale possiate essere pronti per coglierlo al volo mentre si veda ogni problema che si incontra come una possibilità di dimostrare che potete farcela così chè una vita di tensione e disagio possa diventare in realtà una vita di sfida e di entusiasmo.
Tenere presente che di solito il porsi degli obiettivi provoca l’insorgere di stati di emergenza!
Non siate maniaci del lavoro. Sappiate rilassarvi alternando lavoro e divertimento!
Eliminate la continuità delle sollecitazioni provenienti dalla vita
Eliminare la continuità delle sollecitazioni provenienti dalla vita. In ogni caso non siate instancabili, presenzialisti o ossessionati dal successo o senza una vita privata. Concedetevi delle pause, senza pretendere di eliminare i rischi della vita perchè allora se ne correrebbe uno ancora più grave che è quello di non vivere la nostra vita.
L’organismo, se non può prendere intervalli di vero risposo si logora molto prima di quello che è l’età anagrafica e muore prima o di infarto o di ictus o di tumore o di un’altra malattia. E’ come se l’organismo, nello sforzo di concentrare tutte le sue risorse per soddisfare un certo tipo di richiesta, fattore di stress, sottraesse le forze a una parte essenziale di se stesso, il sistema immunitario, appunto!
Aumentate il tempo per le emozioni positive
Aumentare il tempo per le emozioni positive. Basta solo aumentare del 20% ciascun fattore emotivo di valore positivo (tempo durante il quale si stà con gli amici, si ride, ecc.) per determinare l’80% del risultato positivo (legge di Pareto). Sarà sufficiente cioè concentrarsi sui pochi elementi più importanti di ciascun fattore per migliorare significativamente la felicità. Aumentare il tempo, anche di poco, durante il quale si e’ più felici, per avere un grande aumento della probabilità di essere più felici in genere anziché vivere solo brevi attimi di intensa felicità con i quali si tende ad essere complessivamente meno felici.
Evitare l’ascolto ripetuto di notizie catastrofiche!
Mettete l’arte in quello che fate
Mettere l’arte in tutto quello che si fà ossia quel tocco di fantasia e di inutilità che dà gusto all’esistenza, sapore alla vita, fà evitare di prendersi troppo sul serio e di cadere in un utilitarismo forsennato.
L’arte non è nè competenza nè tecnica. Non ammette nessun termine di riferimento, nessuna gerarchia, nessun giudizio. L’artista deve solo essere in linea con se stesso, avere solo voglia di esprimere qualcosa. Basta provare questa voglia, questo bisogno, come una pulsione profonda!
Diffidate delle evidenze e dei pensieri rigidi
Diffidate delle evidenze e dei pensieri rigidi maneggiando con precauzione la serietà al pari dell’importanza, in quanto tutto è importante e nulla è importante, tutto è relativo, evolutivo e complesso.
Non dare retta al cervello limbico per cui tutto deve essere chiaro e netto, bene o male, triste o gaio, positivo o negativo, semplice o complicato!
Non mitizzate i soldi
Non mitizzare i soldi. Studi fatti sui popoli hanno dimostrato che il detto “più soldi si hanno più si e’ felici” e’ un mito (felicità nel senso di soddisfazione, ecc.).
L’utilità marginale del denaro declina rapidamente. Una volta che ci si e’ abituati ad uno standard di vita più elevato, più denaro da’ una felicità addizionale sempre più scarsa!
Combattete la sindrome da invecchiamento
Combattere la sindrome da invecchiamento vivendo il passare del tempo come attesa di fatti positivi, cercando motivazioni di vita più profonde di quelle che superficialmente finora ci hanno illuso col successo o deluso con l’insuccesso. Bisogna accettare serenamente il fatto che l’età porta con se determinati cambiamenti fisiologici, che non vanno drammatizzati, ma utilizzati a nostro vantaggio per raggiungere obiettivi complementari a quelli raggiunti nella prima metà della vita. Combattere, inoltre, regressioni di tipo comportamentale. Il deterioramento nell’aspetto esteriore contribuisce all’isolamento, all’abbattimento, alla non accettazione (sono in aumento gli studi sui legami esistenti tra la cura di se stessi e il rafforzamento delle difese immunitarie. Uno studio condotto negli Stati Uniti su alcuni schizofrenici, omogenei per età e livello socio-economico, dimostra che ogni patologia diventa più grave se le persone sono meno attraenti!), mentre una perdita di interesse in se stessi, nel mondo che ci circonda e nella vita riduce la capacità respiratoria. Un lungo studio sull’invecchiamento umano compiuta dai ricercatori del Gerontology Center di Baltimora è arrivato alla conclusione che la nostra vera età non è quella anagrafica, ma quella che dimostriamo di avere!
Regolarizzate il ciclo sonno-veglia
Da una ricerca americana, è risultato che dormire meno di quanto richiestoci dal nostro organismo contribuisce a farci invecchiare più in fretta in quanto aggrava le alterazioni fisiologiche che già si riscontrano con l’avanzare dell’età. Aggrava, in particolare, il disequilibrio di parametri ormonali e neurologici (si aggrava la produzione di cortisolo; l’ipotalamo riduce la secrezione dell’ormone TSH che stimola la tiroide; aumentano le alterazioni nella funzione del pancreas; ecc.). Anche secondo Elio Lugaresi, (Università di Bologna), con un ciclo sonno-veglia regolare viceversa, il nostro orologio biologico influisce positivamente sulla produzione ormonale che, come più volte detto, è la protagonista dei nostri singoli atti (lo stato di veglia vede la presenza degli ormoni dello stress adrenalina e cortisolo, che ci fanno sentire stanchi, che calano durante il sonno quando crescono il flusso sanguigno al cervello utile per la salute mentale, l’ormone GH della crescita e la melatonina). E’ quindi fondamentale, per la nostra salute, che si ascoltino le esigenze del nostro corpo dettate dall’orologio biologico-genetico orientato con la luce e il buio. Non c’è un tempo normale per dormire.Il sonno è un fenomeno estremamente individuale, dipende dall’età e dalle caratteristiche psicologiche: a 40 anni si dorme in media 7 ore, a 50 si dorme in media per 6 ore; la persona estroversa, energica, ambiziosa dorme poco mentre il soggetto ansioso, creativo, un pò nevrotico dorme di più!
Il controllo soggettivo
Liberatevi dai condizionamenti patogeni che occupano il cervello
Sono condizionamenti patogeni quelli derivanti da residui di comportamenti animali, quelli inculcateci dalla nostra cultura, quelli trasmessici durante l’infanzia, quando l’intelligenza era embrionale, quelli dovuti a un vissuto molto doloroso che non si ritenne possibile o opportuno manifestare, ecc. (per una loro eliminazione sono in genere necessari una forte motivazione e un aiuto esterno di un terapeuta psicofisioanalista perchè il cervello del soggetto che ne è affetto, alla ricostruzione del quadro completo della volta in cui si è verificata la paura, che poi fu spostata su qualcosa altro, mette in moto tutto un meccanismo di fuga: mal di pancia, influenza, ecc.).
Psicoanalista e psicoterapeuta vanno vissuti a tutti gli effetti come medici giusti per curare la mente!
I più comuni sono:
- sensi di colpa allo stato latente, che spesso costituiscono una delle principali cause di emergenza (è durante l’infanzia che in genere compare, vero e proprio collante dell’addestramento del bambino: dato dai rimproveri che crescono man mano che cresce e che il bambino fisserà nella memoria come fatto di non essere bravo, giudizioso, ecc.). Smettere di vedere pagliuzze nell’occhio del vicino cercando di vedere le enormi travi nel proprio; saper accettare la propria imperfezione come un dono del cielo e non come una tara; utilizzare dei momenti di meditazione per passare in rassegna l’insieme delle proprie relazioni famigliari, professionali e di amicizia per tentare di scoprire tutti i sensi di colpa che nascondono (poi autoassolversi!);
- tabù da cui prendere le distanze, riflettendoci sopra, capendo come e in che misura ha potuto condizionare la vita e il pensiero fin dall’infanzia;
- drammatizzazioni (sono enfatizzazioni della realtà, che hanno fatto nascere o rafforzare appunto una emozione, come paura, o collera o depressione, usate per farci andare in una direzione voluta).
Rafforzate il carattere
Rafforzare il proprio carattere, ovvero la propria intelligenza emotiva, la propria capacità di resistenza a eventi della vita negativi, per minimizzare gli effetti negativi di eventuali geni di infelicità presenti nella chimica del proprio cervello.
L’intelligenza emotiva, ai fini del raggiungimento della felicità, è più importante di quella razionale immodificabile misurata con l’IQ!
Ciò potrà essere ottenuto regolando i propri sentimenti e impedendo che l’emozione prenda il sopravvento sulla capacità di pensare cambiando comportamenti abituali e modi di vivere errati mediante l’applicazione di opportune tecniche dipendenti dai vari tipi di persone. Esse sono:
- il rilassamento e la concentrazione è una tecnica particolarmente adatta per soggetti impazienti o pessimisti. Essa prevede: la respirazione lenta e rilassata, il rilassamento consapevole dei muscoli e la concentrazione deliberata della mente su un unico tema preciso in modo che i pensieri negativi, le sensazioni e le emozioni inquietanti si calmino. Questa tecnica regala inoltre all’organismo endorfine o ormoni del piacere che conferiscono sensazioni di benessere e resistenza al dolore, un dolce massaggio per gli organi addominali, che migliorano la loro efficienza, mentre il cuore pulsa più lentamente e la pressione arteriosa si abbassa: mettetevi comodi sdraiati sulla schiena; prendete coscienza dei suoni della stanza e di quelli lontani; inspirate l’aria che dovrà prima andare a dilatare l’addome per poi passare a riempire, lentamente e progressivamente, il torace, poi, altrettanto lentamente espirare; concentrate la mente su una parola, una immagine, una frase, anche molto semplice (mantra, una preghiera, ecc.) o una proposizione positiva, per esempio, che sia l’espressione sintetica e precisa di obiettivi che volete raggiungere; rallentate volutamente la respirazione; ……..;
- la visualizzazione consiste nell’immaginare se stessi come si vorrebbe essere: immaginare la propria vittoria, immaginarsi magri, immaginarsi guariti, ……
Si va affermando l’opinione che “pensarsi magri” sia indispensabile per ridurre il peso eccessivo e mantenere quello ideale!
- la rivalutazione delle qualità personali. Date fiducia alle vostre doti, alle vostre capacità di analisi e di azione, alla vostra capacità di affrontare le difficoltà e il destino che vi è dato autocongratulandovi per ogni successo.Questo atteggiamento porta ad una serenità che facilita l’azione e la riflessione intelligente. Mette in condizione di sfruttare al meglio le proprie capacità personali.
Perdere fiducia in se stessi porta un giovane a commettere sciocchezze, un vecchio a ripiegarsi su se stesso!
Per la legge di Pareto, se si aumenta anche solo del 10% la fiducia in sè, spesso si raddoppia la sua efficacia!
I messaggi di sfiducia, che colpiscono i sentimenti, le speranze, le legittime aspirazioni, che tolgono ogni motivazione, che rovinano i rapporti interpersonali, ecc., sono spesso ingigantiti per speculazione politica o di altra natura!
- la cura della comunicazione e dei rapporti umani.
Per imparare a comunicare in modo efficace occorrono: la conoscenza di sè e l’autoaffermazione!
Curare la comunicazione è sopratutto utile per soggetti solitari il rimedio per stabilire rapporti personali più gratificanti biologicamente necessari perchè facenti parte del patrimonio genetico. Date spazio all’uomo biologico che è in voi, progettato per vivere con gli altri, a stare con gli altri, a corteggiare e a farsi corteggiare.
Gli uomini sono per natura creature politiche e sociali e non individui solitari ed egocentrici, per cui, per la maggior parte di loro, l’isolamento produce sintomi patologici di angoscia, un ripiegamento su se stessi, tristezza, frustrazioni e turbe psicologiche!
Fate vivere i bambini in un ambiente socializzante. La necessità di fare pettegolezzi sugli altri, al fine di valutarli e le esigenze cognitive del corteggiamento stimolano l’intelligenza, il linguaggio e l’abilità linguistica e sviluppano il neocortex. In altre parole, più sarà ricco l’ambiente esterno e più il cervello avrà connessioni neurali e diventerà più intelligente!
Una buona comunicazione dovrà essere ne aggressiva ne passiva che fà stare zitti e ribollire dentro, ma capace di rivelare chi siamo e cosa vogliamo, restando tuttavia sensibili ai sentimenti e alla situazione dell’interlocutore, per poter ottenere rapporti soddisfacenti, evitando sensi di incertezza, inadeguatezza e mancanza di controllo per paura dell’interlocutore o per timore di perdere il controllo della situazione o comportamenti autolesionistici (rifiutare di combattere, schivare il confronto, rifiutare di prendere partito, non dichiarare mai apertamente che disapprova o rifiuta il comportamento dell’interlocutore, accumulare risentimento, ecc.). Sono utili conoscere tecniche di comunicazione assertiva, tecniche del messaggio, tecniche di comunicazione a due vie, tecniche vocali non verbali, tecniche corporee, ecc..
bell’articolo, come sempre!
carlo