“Sculture in vetro, riflessioni giapponesi” – mostra di Oki Izumi
La mostra si svolgerà dal 17 marzo al 10 aprile 2009 presso l’ Associazione culturale Renzo Cortina – Via Mac Mahon 14 – Milano con inaugurazione: martedì 17 marzo ore 18.30. L’arte di Óki Izumi nasce dalla trasparenza. Quando, nel suo apprendistato artistico, si esercitava nella pittura tradizionale, era soprattutto attirata dalla trasparenza del colore, fosse quella dell’acquarello o delle velature a olio.
La pittura giapponese tende alla bidimensionalità, ignora l’illusione prospettica di tipo occidentale, centrata su un unico punto di vista, ma non ignora la profondità. Nella pittura di paesaggio alberi, monti e vallate sono spesso awolti da nebbia, brume, nuvole, che hanno proprio il compito di creare il senso della profondità. Per questo il colore deve essere lieve, trasparente. È probabile che Oki Izumi già allora cercasse la profondità attraverso la trasparenza. Finché il maestro Taku Iwasaki, colui che più di tutti la mise in contatto con l’arte e l’avanguardia occidentali, le suggerì di provare la tridimensione concreta. Nacquero così le prime sculture in vetro, per qualche tempo ancora segnate dalla pittura a colore e poi finalmente sintesi pure di trasparenza e profondità. La critica occidentale, nel suo bisogno di storicizzare e incasellare, ha indi-viduato possibili affinità tra I’arte di Oki Izumi e alcune neoavanguardie: spa-zialísmo, optícal-art, arte minimale, arte concettuale. C’è del vero, l’artista giapponese si è sempre dimostrata attenta e aggiornatissíma, ma è impossibile far coincidere la sua poetica con quella dell’uno o dell’altro di questi movimenti: vi sarà sempre qualcosa in leí che sfugge al cerchio delle motivazioni teoriche dei nostri gruppi artistici. Il suo animo orientale, pur sensibile alle sperimentazioni da noi così diffuse, rimane tuttavia calamitato dall’antica saggezza giapponese, che vuole che l’arte dia voce concreta all’energia spirituale che permea tutte le cose. Così una nuvola in un dipinto di un paesaggista giapponese del XVI sec., come una scultura trasparente di Oki Izumi, vogliono essere prima di tutto la catalizzazione di questa spirituale e universale energia. Ha infatti scritto l’artista che le sue opere “devono fare da tramite tra sensibilità fisica e corporeità spirituale dell’universo”. È difficile e pericoloso per noi occidentali tentare di addentrarci in questa simbologia orientale che, capita spesso, può indurci a una velleitaria confusione.
Sig.ra Oki Izumiizumiok@tin.it